
Uno dei quattro manifestanti perquisiti ieri mattina dai carabinieri
Milano, 13 novembre 2021 - Un passato da skinhead del movimento Cuore Nero. Un presente da No vax che se la prende con i giornalisti in corteo. È il profilo di Andrea Filippo T., 53 anni e un lavoro all’Ortomercato, uno dei quattro perquisiti per i raid contro una troupe del Tg5 e contro un cronista di Ansa e Fanpage andati in scena nelle manifestazioni No pass tra il 16 ottobre e il 6 novembre. Le indagini dei carabinieri del Nucleo informativo, coordinati dal capo del pool Antiterrorismo Alberto Nobili e guidati dal tenente colonnello Emanuele Leuzzi, si sono concentrate proprio sulle aggressioni subìte nelle scorse settimane da alcuni giornalisti nel corso delle proteste selvagge del weekend. E dagli accertamenti investigativi è emerso, tra gli altri, il nome dell’ex estremista di destra, che nel settembre del 2010 fu arrestato con il complice Marco C. con l’accusa di aver picchiato e rapinato una coppia gay alle Colonne di San Lorenzo. Undici anni dopo quell’agguato, i militari dell’Arma gli contestano di aver pedinato "insistentemente" un giornalista Mediaset durante la manifestazione del 30 ottobre, "esercitando nei suoi confronti una pressione psicologica tale da impedirgli di svolgere serenamente il suo lavoro di cronista e ostacolare la documentazione delle fasi della protesta". Stesse accuse di violenza privata formulate all’incensurato di 62 anni M.B., residente in zona Cenisio, per il corteo del 23 ("Via via, vergogna, giornalisti terroristi") e al tassista pregiudicato di Basiglio Guido G., 57 anni, per quello del 16 ("Sappiamo chi sei, ti veniamo a prendere... veniamo a prendere te e il tuo padrone", col gesto dello sgozzamento a rinforzare il concetto). Nel mirino pure Roberto C., già indagato per l’aggressione del 23 (con l’anarchica No Tav Marianna Valenti) e ora sotto accusa pure per aver strattonato sabato scorso il cronista di Ansa in corso di Porta Romana, "tentando anche di spacciarsi per un poliziotto". Nel corso delle perquisizioni , i carabinieri hanno sequestrato ai quattro cellulari, tablet, chiavette, hard-disk e computer, che ora saranno passati al setaccio. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che due degli indagati possano avere avuto il compito di effettuare una sorta di "censimento dei giornalisti presenti ai cortei per poi indicarli sui canali Telegram del movimento, al fine di provocare azioni di disturbo o vere e proprie ritorsioni nei loro confronti". Durante le iniziative contro il certificato verde andate in scena negli ultimi sedici sabati, gli operatori dei media sono stati sistematicamente presi di mira ("Bastardi", "Venduti", "Vermi", "Infami", "Assassini") e intimiditi ("Andate via", "Vi veniamo a prendere"), se non addirittura aggrediti fisicamente.