Corsico, giro di usura da 250mila euro: arrestati madre e figlio

Almeno otto le vittime. La coppia applicava sui prestiti un interesse mensile di almeno il 10%, chiedeva come garanzia un assegno con la cifra totale prestata, più una maggiorazione della stessa percentuale

La coppia è stata arrestata dai carabinieri

La coppia è stata arrestata dai carabinieri

Milano, 20 luglio 2020-  Un giro di usura a conduzione familiare da almeno 250.000 euro. È il risultato delle indagini dei Carabinieri della Compagnia di Corsico, comune alla periferia sud-ovest di Milano, che hanno portato l'altro ieri alla custodia cautelare in carcere di due italiani: una donna di 60 anni Elena Balzano e un uomo di 42, Maurizio Zurolo, madre e figlio. Le indagini sono partite nel maggio 2021 dalla denuncia di un imprenditore: l'uomo aveva raccontato che nel 2017 si era rivolto al marito e padre della coppia per un prestito a causa delle difficoltà economiche in cui versava.

Alla fine l'imprenditore aveva contratto un debito di circa 20.000 euro. Il padre aveva accesso ad un'ingente quantità di denaro in quanto trafficante di sostanze stupefacenti. Dopo la morte dell'uomo nel 2020 durante la prima fase della pandemia, l'attività di usura era stata rilevata dalla moglie e dal figlio. I Carabinieri hanno riscontrato almeno altre sette vittime, tutti piccoli imprenditori in cerca di denaro per difficoltà economiche e in certi casi per pagare in nero i propri dipendenti. La coppia applicava sui prestiti un interesse mensile di almeno il 10% e chiedevano come garanzia un assegno con la cifra totale prestata più una maggiorazione della stessa percentuale.

Al momento i militari stimano il capitale frutto dell'usura non inferiore ai 250.000 euro, denaro che la coppia faceva girare attraverso i circuiti delle tessere ricaricabili. L'attività estorsiva è stata ricostruita dall'analisi del traffico cellulare e anche da una perquisizione in casa dei sospetti nel settembre 2021. In quell'occasione, erano stati rinvenuti elenchi contabili con nomi e cifre e diverse mazzette di denaro avvolte in fascette con sopra riportato il nome degli imprenditori. La coppia è stata arrestata per usura aggravata e al 42enne è stato anche contestato il reato di tentata estorsione.

 "Da quando è morto mio padre solo fesso sto pigliando da te...solo fesso....mi vieni a chiede pure....fai pure la battuta 'dammi un paio di millinì...io quella lì ce l'ho qui (...) vedi di levarti dai c......i il prima possibile perché ti mando all'ospedale (...)...mo te lo sto dicendo, all'improvviso mi trovi sotto casa e ti riempio di mazzate, vedi come te lo sto dicendo". Sono le minacce rivolte a una delle sue vittime da Zurolo, nell'ambito dell'inchiesta dei Carabinieri di Corsico e del pm Francesca Gentilini per  usura aggravata e tentata estorsione.

L'intercettazione è una di quelle riportate nell'ordinanza del gip Lorenza Pasquinelli che sia aggiunge a molte altre dello stesso tenore. Da quel che risulta però l'uomo non sarebbe passato dalle parole ai fatti. Come si legge nel provvedimento, a madre e figlio, eredi dell'attività del padre, durante una perquisizione sono stati trovati "appunti su fogli di block notes" usati "per tenere la contabilità del loro consorzio criminale". Inoltre, come evidenzia il giudice nel ritenere la sussistenza delle esigenze cautelari, i due avrebbero gestito un "business di concessione di prestiti con modalità usurarie (...) nell'hinterland milanese" ai danni di "diversi imprenditori, la maggior parte dei quali non ha ad oggi ancora deciso di rivolgersi alle Forze dell'Ordine per denunciare le condotte criminose subite" e che si inquirenti e investigatori auspicano di facciano avanti.

"Se gli indagati non venissero attinti da un provvedimento restrittivo della libertà personale - ha aggiunto il giudice - vi sarebbe il serio e fondato rischio che essi prendano contatti con le loro vittime al fine di concordare una vera e propria strategia finalizzata a scagionare o quantomeno ridimensionare le loro posizioni. Invero, nell'immediatezza delle attività di perquisizioni gli stessi si sono già adoperati a contattare alcune delle parti offese. per indurle a rendere" in caso di una loro testimonianza, "dichiarazioni loro favorevoli".

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