
Alcuni scalpitavano per entrare già di prima mattina, desiderosi di giocare dopo tanto tempo in "letargo", rimasti senza scuola e con incontri centellinati ai giardinetti. Per tanti bambini e pre-adolescenti, l’apertura dei centri estivi ha rappresentato ieri il primo assaggio di normalità: il Comune di Milano ha raccolto 180 progetti e ne ha già esaminati 126 con inizio previsto il 15 giugno in parrocchie (16 oratori), centri sportivi (31 siti), ludoteche, centri artistici, cascine e parchi (78 le associazioni che promuovono attività ludico ricreative) e aziende.
Tutti promossi da privati, alcuni entrati a far parte della rete della "Summer school" coordinata da Palazzo Marino come consentito dal Dpcm dell’11 giugno, previa autorizzazione. Mentre i 41 centri estivi comunali delle scuole primarie partiranno il 29 giugno. In certi luoghi i bimbi si sentono quasi in vacanza: è il caso di Trenno, dove una piccola tenda da circo e una pista di cavalli spuntano tra i palazzi, immerse nel verde della Cascina Campi in via Rizzardi che è anche sede dell’associazione Campacavallo: 28 bimbi tra i 6 e i 12 anni divisi in 4 gruppi che non si incrociano mai, ognuno curato da un educatore, partecipano a 2 macro attività: una è a contatto con i cavalli, l’altra consente di apprendere le basi delle attività circensi. "Applichiamo il metodo "cavalgiocare" - spiega Ilaria Campi, fondatrice dell’associazione insieme a Gabriella Baldoni -: i bimbi non praticano equitazione ma imparano a relazionarsi con gli animali, sviluppando l’empatia. Si cimentano in esercizi di propedeutica al volteggio e giochi". All’ingresso, alle 8.30, è obbligatoria la misurazione della temperatura. Dentro, si rispettano le distanze e si indossa la mascherina a seconda delle attività.
Il pranzo viene preparato da una ditta esterna e servito in monoporzioni sigillate. Stesse regole al Centro sportivo Greppi Dajelli di viale Faenza 7 alla Barona, gestito dall’Asd Aprile 81, dove 62 bimbi sono suddivisi in 9 gruppi e praticano sport vari ruotando su varie "stazioni" e passando da calcio a percorsi di atletica, dal basket al volley dai trampolini elastici alle freccette. "I piccoli sanno adattarsi alle regole più di noi adulti", dice Fabio Deponti, vicepresidente dell’associazione.
In Comasina, "i ragazzi non vedevano l’ora di socializzare. Questo è il primo momento che vivono insieme dopo l’emergenza Covid", sottolinea Suor Ferdy Bolognini, tra i responsabili dell’Oratorio di San Bernardo dove bambini e ragazzi vengono accolti in due turni: al mattino le elementari (40 iscritti) e al pomeriggio le medie (al momento 19), e c’è ancora disponibilità di posti. C’è voglia di fare giochi ‘veri’, niente schermi né internet. "Shangai in grande oppure Forza 4 e giochi con la palla", sottolinea Giuseppe Fornari, coordinatore, della fondazione Aquilone. Ma anche i più piccoli hanno riavuto i loro servizi: la scuola dell’Infanzia La Locomotiva di Momo di via Anfossi è a disposizione per i bimbi dai 3 ai 6 anni, anche se "riaprire un servizio con 15 bambini è insopportabilmente oneroso tanto quanto averlo tenuto chiuso per 4 mesi. Ma non per tutti al primo posto della scala dei valori c’è il profitto - sottolinea la titolare Cinzia D’Alessandro, che è anche presidente del comitato EduChiAmo -. Equo sarebbe ricevere i necessari aiuti. Nel frattempo sono grata alle famiglie". Marianna Vazzana