Corruzione sui permessi Patteggiano due poliziotti

Pene da uno a tre anni per imprenditore ed ex agenti di Sesto San Giovanni. In cambio di soldi, viaggi e cene esclusive favorivano alcuni immigrati

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di Stefania Totaro

Patteggiano pene da uno a tre anni di reclusione i due poliziotti e l’imprenditore egiziano accusati di corruzione e reati legati all’immigrazione per un giro di compravendita di permessi di soggiorno in cambio di denaro, viaggi, pasti in ristoranti esclusivi e abbigliamento. Quattordici complessivamente gli imputati a vario titolo, la maggior parte egiziani, presunti beneficiari dell’agevolazione delle pratiche per avere il diritto di restare nel territorio italiano. A concordare i patteggiamenti con la pm della Procura di Monza Franca Macchia (nella foto), titolare delle indagini della questura di Milano, dopo avere offerto anche un risarcimento in denaro, sono stati un assistente capo del commissariato di via Fiume, D.G. e un altro poliziotto, R.S., oltre all’egiziano S.H. che indicava i nomi dei connazionali bisognosi. Un altro poliziotto accusato di un reato minore ha ottenuto la messa alla prova a lavori socialmente utili. Per un paio di stranieri l’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Monza Gianluca Tenchio è stata sospesa perchè gli indagati risultano irreperibili, in un caso è stata dichiarata la prescrizione perchè il fatto contestato era ormai datato e quindi improcedibile, mentre per i restanti imputati il giudice ha fatto scattare il rinvio a giudizio a gennaio, quando si aprirà il dibattimento al Tribunale monzese.

Era il gennaio 2021 quando è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare della gip monzese Silvia Pansini, con l’assistente capo e l’imprenditore egiziano agli arresti domiciliari mentre all’altro agente, ex appartenente della polizia di Stato non più in attività, è stata notificata l’interdizione all’esercizio di pubblico servizio per un anno. I due poliziotti e l’imprenditore erano accusati a diverso titolo di reati in materia di immigrazione e corruzione, di fraudolento danneggiamento di beni assicurati e istigazione alla corruzione. I fatti contestati risalgono al triennio 2014-2016, periodo in cui gli agenti erano in servizio al commissariato di Sesto San Giovanni. Le indagini, condotte tra il 2016 e il 2017 e partite da alcuni documenti sospetti scoperti nell’iter del rilascio dei permessi di soggiorno, hanno fatto emergere il contesto di corruzione in cui operavano i due poliziotti servendosi dell’ausilio dell’egiziano. È poi emerso che l’assistente capo, quello che ha accumulato il maggior numero dei capi di imputazione e a cui è andata la pena più alta, aveva anche partecipato a una frode assicurativa redigendo false annotazioni per simulare che fosse avvenuto un furto in un negozio, oltre a corrompere un altro collega perché scrivesse un atto falso.

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