Soldi per entrare in Conservatorio, gli ex alunni e le mazzette: "Per un sì meglio pagare"

Milano, l'inchiesta sul Giuseppe Verdi: tariffe da 12mila euro. Il caso dei cinesi di famiglie facoltose e la corsa all’iscrizione: "Funziona così". Il tenore: voci, a me non è successo

Il liceo musicale di Milano

Il liceo musicale di Milano

Milano, 11 febbraio 2023 - Lo choc è comune, i racconti e le esperienze di chi in quelle aule si è già diplomato disegnano due mondi diversi. "Quello di cui si parla dopo le indagini non è il Conservatorio in cui mi riconosco", racconta il tenore Omar Mancini, classe 1996. Alle spalle due diplomi, il primo in Clarinetto, prima della Riforma Gelmini, il secondo in Musica vocale da Camera nel 2021, con un 110 e lode che vale una laurea. In via del Conservatorio ha frequentato pure il liceo musicale.

Il tenore: "Solo voci"

"Sono passato da due esami di ammissione, non conoscevo nessuno prima di entrare, i docenti li ho incontrati la prima volta dopo l’iscrizione – racconta lui, entrato quest’anno nell’ensemble del Grand Théatre de Genève –, venivo dalla periferia, da San Siro, i miei hanno fatto sacrifici per farmi studiare, ma gli sforzi sono stati ripagati. Sono entrato a 12 anni". È stato anche rappresentante degli studenti. "Alcune voci sulle lezioni private tenute da docenti circolavano nell’aere, ma nessuno si è mai esposto con me – spiega –. Io non ne ho fatte né prima né durante. A volte avevo ore di recupero, extra, ma facevano parte del monte ore del Conservatorio, non le ho pagate a parte".

Controlli rafforzati

Ricorda le due audizioni, in aula: erano in 10 (tra cui due studenti stranieri, entrambi dalla Cina), ne sono passati tre. Prova pratica, di repertorio, prova di “prima vista“ (si legge lo spartito sul momento) e colloquio motivazionale. "È un percorso molto selettivo, è vero - continua -. Ma ho sempre vissuto la competizione in maniera sana e sportiva e non velenosa, il mio poi rispetto alla scuola di canto lirico è un settore molto più di nicchia. Credo comunque sia giusta la decisione del Conservatorio di rafforzare i controlli sulle ammissioni, per tutelare gli studenti e il Conservatorio stesso. Spiace vedere questa sorta di ghigliottina su una scuola storica che ha forgiato e continua a forgiare talenti".

La "prassi"

Tra gli ex studenti della classe di canto lirico già diplomati c’è chi ha voglia di parlare e di dire la sua, ci contatta, ma ha paura. "Come tutti ho iniziato a studiare con un docente privato a Milano con l’ambizione di riuscire a entrare in Conservatorio - racconta una di loro, oggi 26enne, chiedendo l’anonimato -. Avevano però omesso di avvisarmi di uno scoglio fondamentale: per farcela a superare le ammissioni era prassi prendere già prima lezioni da un docente del Conservatorio. Non è scritto, ma è come il parmigiano sulla pasta. Così ho cercato la cosiddetta offerta migliore, girando tutte le classi di canto".

Le tariffe

Prezzi altissimi per lei: "Chiedevano quasi tutti 100 euro all’ora, più 20 euro di pianista, per almeno una volta alla settimana. E mi dicevano i compagni che era ancora ’poco’...". "Io ero tra le poche della mia classe che non aveva avuto contatti prima delle audizioni di settembre con docenti del Conservatorio - prosegue una compagna 25enne, di origini straniere -. In questi casi è una zona grigia: non sai quanto sia networking o quanto qualcosa di peggio. E sei spinto a fidarti se ti dicono che non sei abbastanza bravo, ma puoi farcela se ti alleni con loro pagando 180 euro all’ora".

"Non dovevo essere ammessa"

Una volta entrate entrambe però non hanno proseguito con le lezioni private. Sono arrivate al traguardo: una ha proseguito gli studi in un’altra istituzione musicale, la seconda per conto suo. "Alle audizioni mi sono sentita urlare da un docente che non dovevo essere ammessa, hanno litigato tra loro. Devi avere maestri che lottano per te al Conservatorio per andare avanti – conclude la prima cantante –. Anche per le audizioni interne. I pianti e la frustrazione fanno crescere, ma l’istituto d’eccellenza e gli studenti meritano di più e che sui fatti su cui si indaga venga fatta chiarezza. Anche a tutela del nome stesso del Conservatorio".

 

 

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