SIMONA BALLATORE E NICOLA PALMA
Cronaca

Coronavirus, l'ipotesi dopo il boom di contagi: Atenei online (matricole escluse)

Più didattica a distanza per le università con porte aperte solo alle matricole. Classi divise a metà e orari a “scaglioni” per le superiori

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Milano, 16 ottobre 2020 - Più didattica a distanza per le università con porte aperte solo alle matricole. Classi divise a metà e orari a “scaglioni” per le superiori, incentivando strategie già adottate da alcune scuole. Sono le due ipotesi sulle quali si starebbe ragionando dopo l’impennata di contagi a Milano. Nidi, elementari e medie non si toccano. Il verdetto potrebbe arrivare oggi in Regione, anche se non è detto che alla fine le misure riguardanti gli studenti finiscano nella nuova ordinanza in arrivo. Certo, c’è un precedente freschissimo che rischia di mettere pressione alla Lombardia: ieri il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha disposto la chiusura straordinaria delle scuole fino al 30 ottobre. Il fatto che un provvedimento così drastico sia stato preso in un’area che ha comunque meno contagiati rispetto alla Lombardia, ragiona qualcuno, non può essere ignorato e potrebbe piombare sul tavolo della discussione.

«Siamo pronti a tornare online per l’alto numero di contagi, se ci arrivasse questa indicazione, ma al momento le università sono i luoghi più sicuri della città", commenta Elio Franzini, rettore della Statale di Milano, restando alla finestra insieme agli altri rettori delle università lombarde che – chi più chi meno – potrebbero dover rimettere mano alle loro strategie nelle prossime ore. "Stiamo già privilegiando le matricole – spiega Franzini –, ogni corso si è organizzato in base agli spazi. Fra gli studenti abbiamo avuto solo tre contagi, tutti asintomatici, e siamo intervenuti immediatamente. La situazione è sotto controllo". In Bicocca è ancora a distanza il 70% degli studenti. Il Politecnico dal 14 settembre ha spalancato le porte e garantito attività in presenza a tutti, ma scaglionando le lezioni dal mattino a sera inoltrata. "Presenza sì, ma in sicurezza", assicurano.

«L’invito dei medici è di tornare a lavorare ancora di più sullo scaglionamento degli orari: è anche per questo che sono contrario alla didattica a distanza integrale all’università, dove gli orari scaglionati sono la normalità", sottolinea il sindaco Giuseppe Sala, che oggi si confronterà col governatore Attilio Fontana. Intanto anche i tecnici spiegano che "dentro la scuola la probabilità di contagio è bassa, ma quella popolazione se la lasciamo muovere diventa un fattore amplificatore del contagio. Il fronte universitario esprime più o meno la stessa dinamica", spiega Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats di Milano, ricordando le "inchieste epidemiologiche in alcuni studentati". "Magari ci sono feste, si frequentano studenti di diversi atenei, ne basta positivo che abita lì per mettere in quarantena 100-150 persone". È successo in Bocconi, con 190 in quarantena, si segnalano altri pensionati, uno in zona Sud. "È un’infezione che viaggia sulle relazioni sociali - conclude il direttore -. Occorrerebbe limitare quelle sacrificabili per evitare di richiudere il mondo dell’istruzione".