Coronavirus, tabula rasa turismo a Milano: la ripresa sarà “locale“

Cambio epocale o crisi transitoria. Il country manager Airbnb: per spingere la domanda serviranno prezzi bassi e flessibilità estrema

Turisti orientali con la mascherina in Galleria

Turisti orientali con la mascherina in Galleria

Milano, 5 aprile 2020 - Per una stanza nel cuore del Quadrilatero della moda 32 euro a notte, tra il 18 e il 19 aprile. Cinquanta euro per trascorrere invece il fine settimana precedente, quello di Pasqua, in un monolocale a pochi passi da piazza Duomo, presentato su Airbnb come «occasione unica». Prezzi impensabili per Milano, in epoca pre-coronavirus, che adesso sono la realtà. Scontata conseguenza di un blocco totale del turismo e dei viaggi business e per eventi, che ha ridotto la domanda a chi deve muoversi per necessità, come medici o infermieri in trasferta, oppure è in cerca di spazi dove mettersi in quarantena isolandosi dalla famiglia. Una quota minima rispetto all’offerta, con migliaia di appartamenti, seconde case o immobili acquistati da investitori, che restano vuoti.

A dicembre, prima dell’emergenza, tra appartamenti interi e stanze singole, a Milano erano presenti sulla piattaforma Airbnb circa 18.400 annunci e una vasta gamma di soluzioni: case vacanze, bed & breakfast, residence, e boutique hotel. Adesso, prendendo ad esempio il fine settimana di Pasqua, si riducono a una cinquantina le case in offerta sul portale, che avvisa di «controllare le restrizioni di viaggio prima di prenotare», quasi tutte dislocate in centro o nei pressi delle stazioni ferroviarie. Questo il presente di un turismo cresciuto sull’onda di biglietti aerei low cost, internet, confini sempre più facili da varcare per i turisti, benessere e propensione sempre maggiore a viaggiare. Poi il terremoto coronavirus, un presente segnato da perdite enormi per il settore, posti di lavoro bruciati a partire dai più poveri, come gli addetti alle pulizie degli appartamenti. E un futuro che, una volta risolta l’emergenza sanitaria, dovrà essere riscritto. 

«Abbiamo condotto una ricerca interna interrogando gruppi di viaggiatori – spiega Giacomo Trovato, country manager di Airbnb – ed emerge che i viaggiatori che nell’arco dei prossimi sei mesi prevedono di fare viaggi domestici sono più del doppio rispetto a quelli che pensano di andare oltreconfine». Un turismo «di prossimità», quasi “a chilometro zero“, con soggiorni in campagna, nelle città d’arte o in località di mare e di montagna non troppo lontane. «È difficile fare previsioni – sottolinea Trovato – ma sono convinto che a lungo termine il settore si riprenderà. Il turismo ha già superato tante crisi. Per spingere la ripresa bisognerà garantire la possibilità di cancellare la prenotazione fino all’ultimo momento, una flessibilità estrema. E poi mantenere i prezzi bassi, lasciando sul mercato alloggi a condizioni molto vantaggiose, che piano piano potranno far ripartire la domanda».

Una ripartenza che per Milano, città a vocazione più internazionale rispetto ad altre mete, potrebbe essere più lenta. «Qui i viaggi d’affari hanno un peso maggiore – prosegue il country manager – e tutto dipenderà dalla condizioni sanitarie nei Paesi d’origine. Viviamo una situazione che per noi era assolutamente imprevedibile, e adesso è davvero difficile prevedere quando finirà». Nel frattempo Airbnb sta gestendo a livello globale una media giornaliera di 48mila contatti, tra richieste di informazioni e prenotazioni cancellate. Ha lanciato un progetto per mettere a disposizione in accordo con i padroni di casa appartamenti gratuiti o a prezzi agevolati per medici e infermieri. La Lombardia è la prima regione per case disponibili: il 23% del totale. Solo a Milano gli alloggi sono 330. È stato istituito inoltre un fondo per aiutare gli “host“ in difficoltà, investitori o persone che hanno speso i loro risparmi per ristrutturare una seconda casa e metterla sul mercato, garantendosi una rendita assicurata ora svanita. 

Uno stop al turismo, arrivato in una fase di crescita per Milano, che ha travolto anche altre piattaforme per affitti brevi e tutti i grandi e piccoli alberghi. Fa sentire il suo peso sui conti pubblici: solo per citare un esempio nel 2018 Palazzo Marino ha incassato complessivamente 53.9 milioni di euro in tassa di soggiorno, 30 milioni solo nel primo semestre del 2019. E con il turismo soffrono tutti i settori dell’economia legati a doppio filo. «Difficile fare dei bilanci su come cambieranno le imprese dell’attrattività – spiega Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani – nel mondo artigianato avevamo delle eccellenze riconosciute a livello internazionale. Basti pensare alla moda, all’arte e alla ben più vasta filiera della creatività. Ci saranno pesanti conseguenze sull’economia. Siamo accanto alle imprese e lo saremo con ancora maggior forza nel momento della ripresa, che speriamo vicino». 

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