Scuola via web, una donna su tre rischia il lavoro

Milano, il sondaggio della Bicocca e l’allarme per le ricadute sociali. Il tracollo dell’occupazione femminile ci porta indietro di decenni

Giovanna Iannantuoni, nuovo rettore Università Bicocca

MILANO 11/06/2019 - PIAZZA ATENEO NUOVO 1 - GIOVANNA IANNANTUONI NUOVO RETTORE UNIVERSITA BICCOCCA - ACANFORA NEWPRESS.

Milano, 13 agosto 2020 - «La ripartenza della scuola, così come di nidi e scuole dell’infanzia, è un’emergenza sociale di massima urgenza, che è stata ed è ancora molto trascurata. Ne va del benessere dei bimbi e dei loro genitori, donne in primis». A lanciare l’allarme - dati alla mano - è stata Giulia Pastori, professoressa dell’università di Milano Bicocca e coordinatrice scientifica della prima indagine sulla didattica a distanza dal punto di vista dei genitori. Che ha fatto luce anche su un rischio: non solo il 65% delle madri non trova conciliabile la didattica a distanza col proprio lavoro, c’è un 30% di donne che, in caso di nuova chiusura delle scuole, sarebbe disposto (o costretto?) a lasciare il posto di lavoro per occuparsi della cura dei figli. Alla stessa indagine - aperta a madri e padri - hanno riposto spontaneamente per il 94% madri, con un’età media di 42 anni: per l’80% donne lavoratrici che hanno continuato a lavorare (67%), molte in modalità smart working (il 57%). 

Per loro - con una media di 3,2 ore al giorno per seguire i figli alle elementari - la didattica a distanza ha rappresentato un vero part-time, che si andava a sommare al lavoro. «Il lockdown ci ha “regalato” purtroppo un gender gap preoccupante – sottolinea anche l’unica rettrice di Milano, Giovanna Iannantuoni (foto), alla guida della Bicocca –. Siamo già il penultimo Paese per occupazione femminile, secondo l’Ocse. E il 57% delle madri di bambini in età prescolare sospende per un periodo. Le donne non devono essere costrette a scegliere fra carriera e famiglia. Io sono mamma e rettrice. Puoi essere una mamma ambiziosa? Sì. Ma come Paese dobbiamo porre in essere politiche che aiutino. Non possiamo rinunciare alle idee e allo spirito di inventiva della donna in ogni professione».

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