"Sospetti Covid dal raffreddore in su": da lunedì unità speciali a domicilio

La Regione va avanti con il piano di sorveglianza dei malati a casa. Il sindacalista dei medici di base: "Inutile e impossibile essere reperibili al telefono dalle 8 alle 20"

Le unità speciali di guardia medica visiteranno a domicilio malati veri e presunti

Le unità speciali di guardia medica visiteranno a domicilio malati veri e presunti

Milano, 26 marzo 2020 - Le Usca , unità speciali di guardia medica Covid, lunedì inizieranno a visitare a casa i malati conclamati o sospetti. Lo confermano al Giorno fonti della Regione: stanno arrivando i centomila saturimetri comprati dalla Lombardia, gavette di ghiaccio di questa guerra combattuta da soldati in camice. Tredici di loro, dalla trincea del Papa Giovanni di Bergamo, hanno suonato la sveglia sulla rivista scientifica Catalyst : la guerra non si vincerà negli ospedali ormai "altamente contaminati", ma sul territorio. Curando a casa le persone, anche perché "può essere successo, soprattutto all’inizio", ha ammesso ieri l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, incalzato dal pubblico della diretta Facebook, che alcuni dei 4.474 lombardi morti con un tampone positivo siano morti a casa, dov’eran stati lasciati "con sintomi leggeri", si sono aggravati in fretta "e non son riusciti a essere ricoverati".

Il saturimetro , che misura l’ossigenazione del sangue, dice se è ora di andare in ospedale prima che sia il paziente ad accorgersi di non respirare. Sarà uno degli strumenti chiave del sistema di sorveglianza che le Ats stanno imbastendo per monitorare le persone anziane e fragili che non possono permettersi un coronavirus, i 16.610 lombardi positivi a domicilio (9.323 mai passati in ospedale), i loro "contatti stretti" mai tamponati e gli altri "che hanno dal raffreddore in su – ha chiarito l’assessore –: li consideriamo tutti potenziali malati di Covid". L’architrave del piano sono i medici di base, dispensati da quasi tutte le visite anche in studio, cui la Regione chiede, con una delibera approvata a inizio settimana, di attaccarsi al telefono, rispondere ai loro assistiti e chiamare periodicamente i fragili per raccomandare di stare in casa, i positivi, i contatti e quelli con sintomi simil-influenzali che loro stessi segnalano per monitorarli anche in telemedicina, ed eventualmente inviar loro le Usca o speciali assistenti "Adi Covid". Nell’Ats Metropolitana le visite domiciliari saranno deputate a queste squadre cui possono esser garantite le protezioni degli ospedalieri nei reparti Covid.

Ieri l’assessore Gallera ha incontrato i sindacati dei medici di medicina generale. In mattinata il coordinatore lombardo della Fp Cgil di categoria Giorgio Barbieri si era autodenunciato come sospetto Covid all’Ats Brianza: "Non sono più in grado di garantire la sicurezza dei miei assistiti. Non vogliamo privilegi chiedendo il tampone e dispositivi di protezione sufficienti". "Io le visite a domicilio non le faccio e non le faccio fare se non veniamo dotati di adeguate protezioni", ha chiarito invece Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano e del sindacato Snami, in un video su Facebook. Il problema, secondo lui, è la richiesta ai mutualisti di reperibilità telefonica in orario di lavoro (dalle 8 alle 20 dei feriali), "totalmente assurda dal punto di vista scientifico e totalmente impossibile nella pratica, che esula dai compiti di qualsiasi medico, anche di quelli che fanno i turni massacranti in ospedale".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro