"Vivo in scena la conflittualità con il mondo e con il sistema. Ed è lì che reagisco, cercando di caricare l’arma e di puntarla. Con la consapevolezza e la determinazione di chi è pronto a sparare". Così si legge in quarta di copertina. A sintetizzare lo spirito antagonista, politico, sempre dissacrante del collettivo transidisciplinare milanese. Da poco uscito per Spring Edizioni, "Promiscua. Conversazioni con Phoebe Zeitgeist" di Diego Vincenti, critico teatrale de Il Giorno, ne racconta la parabola artistica, addentrandosi nelle dinamiche lavorative del gruppo e nell’analisi di un percorso nato nel 2008, dopo una prima esperienza come band post-punk. Da allora più di trenta opere. Caratterizzate da un’estetica conturbante, dove il teatro torna ad essere luogo di sperimentazione e indagine. Sul corpo e sulla parola. Muovendosi fra Ballard, Fassbinder, Copi, Pasolini. Il libro apre la nuova collana curata da Emanuele Tirelli dedicata al palcoscenico e ai suoi linguaggi. Presentazione domani alle 19 all’Après-coup di via Della Braida.
Cronaca"Conversazioni con Zeitgeist"