
Pettorine gialle e cartelli fra le villette dell’hinterland milanese e della Brianza
Carpiano (Milano), 29 ottobre 2019 - Un paese, Carpiano, ha chiamato a raccolta i suoi cittadini con l’obiettivo di creare una squadra di volontari in grado di garantire più sicurezza e serenità. Una delle tante realtà lombarde che ha scelto questa strada per aprire gli occhi su strade, edifici privati e parchi pubblici contro furti e presenze sospette. È il controllo di vicinato. Quello per cui 60 Comuni dell’hinterland milanese hanno sottoscritto un accordo con la Prefettura.
E sulla stessa via, ennesimo fra tanti, c’è anche questo centro alle porte di Milano, con 4.900 abitanti, dove cresce la fame di sicurezza, reale o percepita che sia. I cittadini fanno i conti con la paura per il rischio di razzie, rapine e truffe. Per questo sono una ventina i residenti che, sabato, hanno risposto all’appello lanciato dal Comune. Non i soli, a quanto pare, se è vero che il controllo di vicinato è nato negli Stati Uniti negli anni Sessanta e si è poi diffuso in Europa. Prima con Mollington, nel Cheshire, Gran Bretagna, e poi con migliaia di città e paesi coinvolti, anche in Italia. E con patti via via sottoscritti con le istituzioni. Occhi attenti e un telefonino per avvisarsi via chat e per chiamare i carabinieri. E i Prefetti si sono messi a ordinare, gestire il fenomeno. A Lecco, patto con quattro Comuni. A Lodi con 29 su 65, a Brescia con 14 e ben 60 a Varese. «A Carpiano crediamo moltissimo nel progetto – spiega Alberto Della Giovanna, l’assessore alla Sicurezza –. Spero che tanti cittadini si facciano avanti per rendersi utili. I vantaggi sono diversi, primo fra tutti il sostegno attivo dei cittadini al grande lavoro delle forze dell’ordine».
Il controllo del vicinato è ormai una realtà consolidata in molte città del territorio milanese - da San Donato a Segrate - dove è stata una rete coordinata direttamente dalla Prefettura. Tante le esperienze più o meno rodate, ma la città che per prima ha sperimentato questa forma di prevenzione e tutela del territorio è stata Rodano. Qui ora sono 116 le famiglie coinvolte, divise in 26 gruppi strutturati. È la rete di sorveglianza sociale più estesa d’Italia, che ha avuto ancora più slancio nel 2015, dopo una rapina in villa finita con l’uccisione di un ladro da parte del proprietario di casa. «Il primo gruppo che potrebbe è partire è quello di via Gramsci, dove è nata una prima aggregazione spontanea – continua Della Giovanna –. Questo tipo di controllo è un ottimo deterrente alla piccola delinquenza, ma non sostituisce il lavoro delle forze dell’ordine». Sabato, in sala consiliare, la comandante della Polizia locale, Raffaella Bellani, insieme alla giunta e al referente dell’Associazione controllo del vicinato Leonardo Cordone, hanno discusso dei vantaggi di una futura rete. Il primo passo concreto.