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Contro lo stadio una compattezza quasi totale

L’impianto che dovrebbe sostituire San Siro protagonista del dibattito politico in vista dell’elezione del nuovo sindaco

Mentre il sindaco Roberto Di Stefano – ma non la proprietà dei terreni – continua a gran voce a candidare le ex Falck per lo stadio, si fa avanti con un secco "no" Silvio La Corte della Coalizione della Sinistra che, a puntate, ha svelato i bluff della proposta. "Il comparto Unione è già pieno, anche troppo, il Vittoria è troppo piccolo, il Concordia è ancora da bonificare. C’è una sola fermata del metrò distante in linea d’aria più di un chilometro".

Di Stefano in queste settimane ha sempre rilanciato: "Posso garantire che una volta deciso di costruire qui lo stadio in 18 mesi sarebbe possibile posare la prima pietra. Sulle aree dismesse potrebbero essere realizzati 9 stadi. I terreni sono in buona parte già demoliti e bonificati, pronti all’uso". Eppure il risanamento del Concordia, l’area più adeguata, non sarà pronta prima di almeno 5 anni. "Solo il terreno sotto il forno T5 è già bonificato, circa 31.200 metri quadri ma l’attuale Meazza ne occupa 355mila - fa presente La Corte -. La richiesta delle società è realizzare ulteriori 150mila metri quadri per recuperare i costi di costruzione: dove li mettiamo? Azzeriamo il futuro parco?". Anche Michele Foggetta si accoda. "Sesto è la città più cementificata della Lombardia con un livello di PM10 e PM 2.5 che costantemente supera i limiti raccomandati dall’Oms: un progetto simile non è neppure pensabile e paralizzerebbe la città per alcune ore alla settimana, lasciando gli spazi deserti i restanti giorni. Di Stefano apre con riverenza alle società multimilionarie e in vendita la città". Il primo a parlare di stadio nel 2013 fu Paolo Vino dei Giovani Sestesi, che ancora a ottobre 2020 raccoglieva le firme e criticava le giunte per "non avere fatto abbastanza per portare una funzione moderna che porterebbe indotto, lavoro, aggregazione". C’è però oggi un problema di bilanciamento di un masterplan di 1,4 milioni di metri quadri. E solo pochi mesi fa lo ammetteva lo stesso assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda. "Nel 2019 ci occupammo della possibilità di inserire la struttura (Transider inizialmente, poi Concordia lato T5). Attraverso una procedura negoziata avevamo calcolato che in 18 mesi eravamo in grado di rilasciare il permesso di costruire, ma impostando la variante generale del Pgt abbiamo preso la decisione, oggi irreversibile, di abbandonare l’idea".

La.La.