M.V.
Cronaca

Contratto d’affitto non rinnovato: “Milano esclude i poveri”

Gianfranco Soranno, ex pittore, vive in 20 metri quadri in zona Maciachini: “Questa zona una volta era piena di operai e artigiani, si riusciva a trovare una sistemazione dignitosa a un prezzo accessibile”

Contratto non rinnovato: "Milano esclude i poveri"

Gianfranco Soranno nel suo appartamento (Foto Davide Canella)

"Io vivo in questo alloggio da più di 20 anni. Venti metri quadri a 320 euro al mese, più le spese. Da quando il contratto è scaduto non mi è stato più rinnovato ma ho sempre pagato l’indennità di occupazione attraverso i bollettini che mi sono sempre stati mandati, puntualmente". A raccontare la sua storia è Gianfranco Soranno, inquilino sessantaquattrenne di un alloggio Pat in via Paolo Bassi 22, zona Maciachini. Vive nell’incubo di uno sfratto che potrebbe concretizzarsi da un giorno all’altro e ieri si è presentato in Tribunale per l’udienza di convalida del provvedimento.

"Ho ottenuto il rinvio a novembre. Almeno posso tirare un sospiro di sollievo", commenta al Giorno. Originario di Matera, spiega di essersi trasferito a Milano 32 anni fa. Professione? "Artista. Realizzavo opere su commissione, in particolare con la tecnica del trompe-l’œil" che genera in chi guarda l’illusione di vedere oggetti reali e tridimensionali, in realtà dipinti su una superficie bidimensionale.

Usa il verbo al passato, perché "dal periodo Covid ho avuto problemi di salute. Tuttora soffro di ipertensione e disturbi cardiaci. Questo mi ha impedito di andare avanti a lavorare: fisicamente non reggevo più. Adesso percepisco un assegno di inclusione (una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, di formazione e di lavoro, ndr) di 500 euro al mese. Inutile dire che non potrei permettermi un alloggio a prezzo di mercato in questo quartiere e neppure in questa città".

Quindi ha sudato freddo quando ha ricevuto la lettera, "nel 2021 – ricorda – in cui mi veniva detto che il contratto d’affitto, alla sua naturale scadenza, nel 2022, non mi sarebbe stato rinnovato". Al suo fianco, l’Unione Inquilini e gli altri residenti a rischio sfratto dai palazzi del Pat, che ieri hanno protestato davanti a Palazzo di Giustizia.

"Questa zona una volta era piena di operai e artigiani, si riusciva a trovare una sistemazione dignitosa a un prezzo accessibile. Ora sembra che la città voglia disfarsi di chi è più povero", riflette. Attorno, alcune delle sue opere, che “vivono“ con lui, insieme a pile di libri adagiate anche sul pavimento, in quei 20 metri quadri di via Paolo Bassi.

In questo caseggiato della periferia nord c’è un doppio ingresso: uno da via Paolo Bassi 22 e l’altro da via Mossotti 1. Un mini villaggio che racchiude dieci scale e 239 alloggi più i locali affacciati su strada, con le serrande quasi tutte abbassate. Un complesso "vincolato" come avevano evidenziato gli inquilini il mese scorso, durante un incontro con la stampa per spiegare la situazione, fin dalle iscrizioni all’ingresso: "Quartiere alla Fontana" "proprietà della soc. edificatrice case per operai bagni e lavatoi pubblici fondata in Milano nell’anno 1861". Passaggio di testimone, negli anni ’50 del Novecento (che ha riguardato anche altri quattro palazzi a Brera) al Trivulzio-Martinitt col vincolo a continuare la sua "opera moderatrice degli affitti". Frasi riportate nei documenti mostrati sempre un mese fa. "Io – conclude Soranno – spero che il contratto mi venga rinnovato dal Pat. Finora ho sempre pagato".