
L’ex direttore generale del Pio Albergo Trivulzio Fabio Nitti
Milano, 31 maggio 2016 - Un anno e quattro mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena. Condannato per abuso d’ufficio l’ex direttore generale del Pio Albergo Trivulzio, Fabio Nitti. L’accusa era quella di avere trasferito alla sede di Merate, in provincia di Lecco, l’allora dipendente Vincenzo Giudice, ex presidente del Consiglio comunale di Milano e padre di Sara, a sua volta, all’epoca, candidata consigliere nelle liste del Pdl. La Giudice era nota anche come "l’anti-Minetti". Nel 2010 aveva infatti raccolto firme contro la candidatura di Nicole Minetti alle regionali della Lombardia. Ieri i giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano, presieduta da Rosa Busacca, hanno ricostruito i dettagli dell’intera vicenda e ritenuto Fabio Nitti responsabile del reato di abuso d’ufficio disponendo nei suoi confronti l’interdizione dai pubblici uffici per l’intera durata della pena.
Secondo il Pm Eugenio Fusco, che aveva chiesto per lui una pena di due anni di reclusione, Nitti avrebbe volutamente trasferito Giudice "a una sede disagiata" del Pio Albergo Trivulzio come quella di Merate con un "provvedimento ritorsivo e vessatorio, una vera e propria punizione, adottata nei confronti dell’uomo che aveva preso le difese della figlia, criticando la linea politica degli allora vertici del Pdl senza rinunciare a dure prese di posizione sullo scandalo "affittopoli" che aveva travolto i vertici della Baggina". Giudice aveva anche raccontato di aver ricevuto una telefonata da Silvio Berlusconi in cui l’ex premier lo avrebbe sollecitato a "bloccare" l’iniziativa di sua figlia Sara. Quella di ieri è la seconda sentenza di condanna per Nitti, dopo quella a 9 mesi per la gestione "disinvolta" del Pat. Il Tribunale lo ha anche condannato a pagare una provvisionale da 10 mila euro a favore di Giudice in attesa che un giudice civile quantifichi l’esatta entità del risarcimento da versare alla vittima. Soddisfatto l’avvocato Rocco Paradisi, legale di parte civile che rappresenta l’ex presidente del consiglio di Palazzo Marino: "Giustizia è fatta – ha commentato –. L’istruttoria dibattimentale ha fatto emergere le condotte vessatorie di Nitti nei confronti di Giudice".
Nitti dovrà infine pagare 2mila euro per danni non patrimoniali al Pat che si è costituto parte civile. L’ex direttore generale ha già annunciato ricorso in appello.