MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Comunali verso il rinvio Il coro di no è bipartisan

Si intensificano le voci sullo slittamento del voto da giugno a settembre-ottobre. Sala e Pd contrari. La Lega: "Le urne? Prima è, meglio è". Ma niente barricate

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di Massimiliano Mingoia

Il sindaco Giuseppe Sala e il Partito democratico restano contrari e anche la Lega di Matteo Salvini preferirebbe andare quanto prima alle urne, ma le voci che danno come probabile il rinvio delle elezioni comunali da giugno a settembre-ottobre si rafforzano giorno dopo giorno.

Sul tavolo del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese l’istruttoria sullo slittamento delle amministrative è già avviata e nei prossimi giorni sarà sottoposta al premier Mario Draghi e ai leader dei partiti di maggioranza, dal Partito democratico alla Lega fino a Forza Italia e al Movimento 5 Stelle. Tutte le forze politiche sembrano più favorevoli a un voto a metà giugno, ma nessuna appare disposta a fare le barricate per scongiurare il rinvio delle urne a dopo l’estate. Anche perché l’eventuale scelta di uno slittamento si baserà sui rischi di aumento del contagio da Covid, cioè motivi sanitari, non politici. La decisione finale da parte del Governo dovrebbe essere presa entra una decina di giorni, anche se in teoria c’è tempo fino al prossimo 19 aprile per fissare le elezioni a metà giugno. Il precedente più citato in queste ore è il rinvio delle ultime regionali allo scorso 20 e 21 settembre.

A Milano, intanto, il dibattito è aperto. Sala si è già espresso sul tema nei giorni scorsi. Il sindaco preferirebbe votare entro la scadenza naturale, anche perché la macchina elettorale del centrosinistra è già partita. La coalizione è in fase di completamento (per ora le liste a sostegno del primo cittadino sono Pd, Lista Sala, Milano Unita e Verdi Europei, in attesa di una lista di centro riformista e radicale), i candidati delle varie liste stanno pianificando la propria campagna, alcune iniziative elettorali sono già fissate, come la cena Pd di autofinanziamento con i saluti introduttivi di Sala in programma il 12 marzo alle 20 (contributo minimo: 100 euro). Non a caso il capogruppo dem a Palazzo Marino Filippo Barberis, interpellato ieri sull’ipotesi rinvio, risponde secco: "Il Pd è contrario. Noi vogliamo votare a giugno, se ciò sarà compatibile con i dati sanitari. Meglio un Comune che a settembre abbia già una nuova amministrazione pronta a lavorare sul rilancio della città che una campagna elettorale rinviata dopo l’estate".

Molto diversa la situazione del centrodestra, che ancora non ha individuato il proprio candidato sindaco. Il leader della Lega Matteo Salvini ha promesso la scelta entro una settimana, ma molto dipenderà dalla data del voto. I nomi in corsa sono sempre gli stessi: Roberto Rasia Dal Polo, Simone Crolla, Maurizio Dallocchio. Il commissario milanese del Carroccio Stefano Bolognini, intanto, afferma che "prima si vota e meglio è, perché i milanesi non vedono l’ora di cambiare. In ogni caso noi saremmo pronti sia a giugno sia a ottobre. Il candidato sindaco per Milano? Anche in caso di rinvio delle elezioni, pensiamo di indicarlo in tempi ragionevolmente brevi".

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