La commessa accoltellata in centro: "Io contro il rapinatore, mi sento una miracolata"

Paura in Cordusio: sono una donna mite, ho agito d’istinto. Le urla, il sangue a terra e la paura di perdere l’uso della mano ferita

Il negozio Yamamay in Cordusio, teatro della rapina

Il negozio Yamamay in Cordusio, teatro della rapina

Milano, 13 febbraio 2021 -  "Ho agito d’istinto. La paura mi è venuta dopo, quando mi sono vista a terra con la maglietta intrisa di sangue e ho realizzato di essere stata accoltellata. Sarebbe bastato un centimetro in più di profondità e non avrei più potuto muovere la mano: mi sento una miracolata". Jenny, 29 anni, è la commessa dello store Yamamay di piazza Cordusio che giovedì alle 19.30 si è trovata faccia a faccia con un rapinatore e lo ha affrontato facendolo scappare a mani vuote. Colpita da un fendente all’ascella sinistra, è finita all’ospedale Niguarda in codice giallo, è stata medicata con tre punti di sutura e dimessa con 21 giorni di prognosi.

Com’è avvenuta l’irruzione?

"Non è stata un’irruzione, è avvenuto tutto in maniera strana. Quest’uomo, tra i 40 e i 50 anni, è entrato da una porta laterale e si è diretto di fronte alla cassa, dove c’è uno specchio. Io ho immaginato che non si sentisse bene e quindi mi sono avvicinata chiedendogli se avesse bisogno di aiuto. A quel punto lui mi ha raggiunta a passo svelto intimandomi di aprire la cassa e di dargli tutti i soldi. Parlava l’italiano perfettamente. Indossava una mascherina beige". A quel punto cos’ha fatto? "Ho urlato con tutto il fiato che avevo sperando che fuori ci fossero dei poliziotti. Ma lui mi ha afferrata e trascinata nello spazio dietro la cassa. A quel punto ha aperto un cassetto e io l’ho richiuso. Quindi ha preso il mio telefono e il portafoglio che erano sul bancone e io li ho trattenuti con forza. Lui mi ha buttata a terra. Non so dire quando mi abbia accoltellata perché non ho visto l’arma e non mi sono accorta, nella concitazione, di essere stata ferita. È stata la mia collega nel frattempo accorsa in mio aiuto a notare il sangue sulla maglietta". La collega come ha reagito? "Ha afferrato la colonnina con il dispenser del liquido igienizzante per difendersi. Ricordo di aver visto uscire entrambi dal negozio, sia lei e sia il rapinatore. Lei per fortuna non è stata ferita". C’erano altre persone in quel momento? "Sì, una signora che stava provando dei vestiti in camerino e una ragazza in fondo al negozio, che ha chiamato i soccorsi". Il rapinatore era ferito? "Non lo so. A terra c’era molto sangue, quindi può essere si sia ferito con la stessa arma con cui ha colpito me. Io ho agito d’istinto, sono una persona mite, mi sembrava assurdo quello che stava capitando". Da quanto tempo lavora da Yamamay? Ci sono stati altri episodi? "Da due anni e mezzo, e non ho mai vissuto rapine. In ospedale hanno riscontrato una ferita profonda un centimetro e lunga 3. Se mi avesse danneggiato tendini o nervi non avrei potuto muovere la mano. Mi è andata bene. Voglio ringraziare i miei colleghi e la mia azienda, tutti molto premurosi, e anche la polizia: nessuno mi ha fatto sentire sola. Spero che il rapinatore venga presto individuato e che non possa più fare del male".  

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