Coccetti al timone del Consiglio Vacante il posto della minoranza

Gli accordi per i banchi del Comune. Sfuma l’elezione di Pastorino, che resta in pole position

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di Laura Lana

Al secondo tentativo Davide Coccetti ce l’ha fatta. Il fedelissimo del sindaco Roberto Di Stefano, come da pronostico, è stato eletto alla presidenza del consiglio comunale, andando a rafforzare così (se mai ce ne fosse stato bisogno) il peso della civica del primo cittadino. Copione rispettato anche per la nomina a vicepresidente di Salvatore Romano, il capo infermiere dell’ospedale di Sesto, consigliere comunale della Lega. Resta ancora vuoto il posto che spetta alla minoranza: l’aula non è riuscita infatti a eleggere Loredana Pastorino, la democratica che già nello scorso mandato ricopriva il ruolo di vicario, che si è fermata a 8 schede. Nessun accordo tra i banchi di opposizione e maggioranza, che ha fatto "pagare" la mancata intesa di settimana scorsa sul nome di Coccetti. Si va così al 27 luglio, quando basterà anche un solo voto per eleggere il vicepresidente vicario.

Resta in pole position il nome di Pastorino che non ricoprirà il ruolo di capogruppo Pd (andato invece a Yuri Maderloni, alla prima esperienza da consigliere): le 437 preferenze l’hanno incoronata come la più votata del parlamentino, anche se a un certo punto era spuntata l’ipotesi dell’ex candidato Michele Foggetta. Una seduta che si è svolta ancora tra applausi e mormorii dal pubblico sugli spalti. "Speriamo che si torni presto alla normalità che questo luogo impone", ha chiesto Pastorino a Coccetti, che si è limitato a "prendere nota della richiesta, anche se non mi sembra sia accaduto nulla". Il pensiero va indietro alla notte del ballottaggio e ai festeggiamenti che si sono tenuti proprio nell’aula consiliare, aperta a partiti, supporter, candidati tra cori ("Chi non salta comunista è"), bandiere della Lega, salti. Il giorno dopo partì la segnalazione al Prefetto. L’altra sera, sotto al municipio, l’opposizione ha organizzato un "presidio per la democrazia". "Scene indecorose da parte di chi non ha senso istituzionale, non ha rispetto della città e della sua storia. Salire sui banchi significa calpestare la democrazia nell’aula che rappresenta tutti", ha spiegato il Pd durante il flash mob in piazza della Resistenza. "Ricoprire quei ruoli non dà privilegi, ma solo grandi responsabilità. Con una coalizione che sta imparando a camminare insieme, abbiamo voluto dar voce all’indignazione della città", il commento della civica Città in Comune.

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