Cinghiale finisce nel naviglio a Milano: sommozzatori in azione per salvarlo

Sorpresa all'alba in darsena, l'animale nuota e il recupero è complicato

Il cinghiale nel naviglio

Il cinghiale nel naviglio

I cinghiali stanno diventando un serio problema e non solo in campagna. Le incursioni degli ungolati, ben note agli allevatori e agli agricoltori che sempre più spesso vedono minacciati bestiame e terreni, ora interessano anche la città.

Il cinghiale in acqua
Il cinghiale in acqua

Se le immagini della "famigliola" di cinghiali a spasso nel centro di Roma aveva destato anche una certa tenerezza, oltre a una comprensibile preoccupazione, un po più di ansia suscitano le fotografie scattate dai vigili del fuoco questa mattina alla darsena di Milano: dalle 7.30  una squadra di sommozzatori e di uomini del Saf è imoegnata a recuperare un cinghialotto dalle acque del naviglio.

Il cinghiale nel naviglio
Il cinghiale nel naviglio

Un'impresa resa difficile non solo dall'aggressività dell'animale ma soprattutto dalle sue inattese capacità natatorie. L'ungolato, infatti, fluttua con decisione nelle acque di Porta Genova. Come sia finito lì? Forse l'animale è caduto nel naviglio fuori Milano, in campagna, e la corrente lo ha trascinato fino al centro città. Non è la prima volta infatti che animali selvatici, come caprioli, cadono nel canale, spesso morendo. Non è stato il caso del cinghiale dei navigli, alla fine recuperato. Oppure è entrato in acqua per il troppo caldo.

Coldiretti

Sul caso è intervenuta anche Coldiretti con un comunicato: "Il caldo opprimente spinge 2,3 milioni di cinghiali nelle città in cerca di cibo nelle strade e di refrigerio nei corsi d'acqua metropolitani, dopo aver fatto piazza pulita in campagna di quel che rimane delle coltivazioni decimate dalla siccità". "E' a rischio la sicurezza delle persone, visto che portano malattie e causano incidenti. C'è un'insofferenza crescente, con l'81% degli italiani, secondo l'indagine Coldiretti, che ritiene che questa emergenza vada affrontata con gli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato". "Negli ultimi anni - ricorda il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - 800 mila ettari di terreni fertili sono stati abbandonati in molti casi proprio a causa della proliferazione della fauna selvatica che danneggia le coltivazioni e la redditività degli agricoltori; fa qui l'urgenza di un decreto legge per modificare l'articolo 19 della Legge 157 del 1992 per ampliare il periodo di caccia al  cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette". 

 

 

 

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