Chiara Ferragni indagata per truffa anche per uova di Pasqua e bambola Trudi

Le nuove contestazioni arrivano dopo la vicenda del pandoro "Pink Christmas" della Balocco

Chiara Ferragni e la bambola della Trudi

Chiara Ferragni e la bambola della Trudi

Milano – L’imprenditrice digitale Chiara Ferragni è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano, con l'ipotesi di truffa aggravata, non solo per la vicenda del pandoro Pink Chiristmas della Balocco, ma anche per quelle delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi. È quanto emerge dall'atto con cui la Procura milanese giovedì scorso ha sollevato davanti al pg della Cassazione, che dovrà decidere a breve, il conflitto tra uffici del pm sulla competenza ad indagare per il caso del dolce natalizio della casa dolciaria in provincia di Cuneo.

La competenza territoriale

Il procuratore aggiunto di Milano Fusco, che ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, giovedì scorso ha inviato al pg della Cassazione, in base all'articolo 54-bis del codice di procedura penale, l'atto con cui ha sollevato il conflitto tra uffici del pm, affinché chiarisca a chi spetta occuparsi della vicenda del pandoro Pink Christmas. A questo proposito sono stati portati all'attenzione anche gli altri due casi, ossia quello delle uova di cioccolato e quello della bambola, in realtà chiamata “Mascotte Chiara Ferragni”, prodotta in collaborazione con Trudi, l'azienda friulana acquisita nel 2019 dalla Giochi Preziosi, con sede legale a Milano, e per i quali inizialmente l'ipotesi di reato era frode in commercio, poi diventata truffa aggravata.

La 'contesa' tra procure sarà dunque risolta da un terzo, a cui l'aggiunto Fusco ha indirizzato una memoria.  Il pg della Cassazione deve decidere se la richiesta di tenere a sé il fascicolo di Cuneo è legittima oppure se lasciare i tre singoli episodi a Milano, insomma la 'partita' giudiziaria potrebbe chiudersi con un secco 3 a 0 di Milano, ma anche con uno 'spezzatino' tra procure competenti. 

Il Codacons 

"Con la decisione di allargare le indagini nei confronti di Chiara Ferragni anche ai casi delle uova di Pasqua “Dolci Preziosi” e della bambola Trudi, la magistratura ha accolto in pieno gli esposti presentati dalCodacons successivamente allo scoppio dello scandalo sul pandoro Balocco” ha commentato l'associazione dei consumatori. La Procura, prosegue l'associazione, ha così “accolto le nostre tesi estendendo le indagini per truffa aggravata, ma non basta: nell'esclusivo interesse dei consumatori chiediamo di accendere un faro su tutte le iniziative di beneficenza avviate nel corso degli ultimi anni non solo da Chiara Ferragni, ma anche dai principali influencer operanti in Italia, per capire la commissione tra rapporti commerciali e solidarietà. In tal senso abbiamo avviato una task force per realizzare un monitoraggio sui profili social più seguiti nel nostro paese allo scopo di cercare collegamenti tra vendite di merci e beneficenza”.

Le parole dell’influencer

L’8 gennaio scorso l’imprenditrice digitale, in merito alla vicenda del pandoro, si era detta “serena”, sottolineando di aver “sempre agito in buona fede” di essere “certa che ciò emergerà dalle indagini in corso”. In quell’occasione Ferragni aveva sottolineato di avere “piena fiducia nell'attività della magistratura”, spiegando di essersi messa “subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile”.

L’azienda

Cerealitalia, produttrice delle uova di Pasqua 'pubblicizzate' da Chiara Ferragni, sostiene di non aver avuto comunicazioni sull'inchiesta ma di essere comunque a disposizione. "Rispetto all'inchiesta della Procura milanese su Chiara Ferragni - scrive in una nota - la Cerealitalia I.D. SpA ribadisce che, ad oggi, non è stata ricevuta alcuna comunicazione ufficiale in merito al coinvolgimento della stessa. L'atteggiamento della Società rimane comunque quello della massima collaborazione con le istituzioni, come sempre fatto". 

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