
Le infermiere pediatriche del Buzzi durante una simulazione di emergenza nel nuovo centro di via Castelvetro
Formare un nuovo chirurgo sul campo costa 33 euro al minuto in sala operatoria e 26,7 minuti a intervento, così ogni volta che un’operazione coinvolge specializzandi il costo aumenta di oltre 880 euro, "senza contare i contenziosi medico-legaliche possono scaturirne", sottolinea Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della Pediatria dell’Ospedale dei Bambini che ieri ha inaugurato un Centro di simulazione pediatrica donato dalla Fondazione Prossimo Mio, con simulatori di ultima generazione per riprodurre emergenze (dall’inalazione di corpi estranei alle ustioni gravi a quelle ostetriche e ginecologiche), in modo che "nessuno debba più mettere le mani su un bambino o una donna senza passare da qui", osserva Ida Salvo, ex primaria della Terapia intensiva oggi impegnata nella Fondazione Buzzi che sostiene lo storico ospedale pediatrico anche nel percorso per diventare un Irccs. Il centro in cui da quasi vent’anni anestesisti e infermieri pediatrici del Buzzi istruiscono i medici in formazione e aggiornano colleghi di ospedali meno specializzati nei nuovi spazi di via Castelvetro ha ora manichini iper-realistici, visori a realtà aumentata e altre tecnologie che riproducono gli organi di un preciso paziente, come quelli stampati in 3D dalla start-up Huvant, creata da medici e fisici della Statale, sui quali, spiega l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, si allenano anche i chirurghi del San Gerardo di Monza che studiano l’intervento per separare le gemelline siamesi unite per la testa arrivate dal Senegal.
Intanto in un altro ospedale, il Policlinico, un altro assessore (all’Università, Alessandro Fermi) partecipa all’inaugurazione, organizzata nella stessa mattinata, di un altro centro di simulazione pediatrica, realizzato grazie a 600mila euro di Fondazione De Marchi. Bertolaso fa appello "a superare certe individualità, lavorare insieme e condividere perché vince il gioco di squadra". Con lo stesso spirito, rivendica, la Regione ha chiesto ai rettori lombardi di cambiare le regole d’ingaggio dei primari negli ospedali universitari per avere voce in capitolo al posto dei singoli dg.Giulia Bonezzi