REDAZIONE MILANO

Cenacolo e Brera: fusione in sospeso

Il ministro Franceschini ritira i decreti del predecessore Bonisoli

James Bradburne

Milano, 12 settembre 2019 - Arriva un primo segnale dall’appena insediato ministro dei Beni Culturali e Turismo Dario Franceschini, ossia il ritiro dei decreti attuativi della riforma del precedessore Alberto Bonisoli, dei Cinquestelle. «È soltanto una misura cautelativa perché sono decreti fatti in agosto, quando la crisi politica era già aperta», ha detto il dem Franceschini a margine della cerimonia dei 150 anni dell’Associazione italiana editori a chi gli ha chiesto un commento. «Non c’è quindi la volontà di disfare. Semplicemente guardiamo con attenzione». Il ministro precedente era intervenuto sulla riforma Franceschini con delle novità - accorpamento di diversi musei e l’azzeramento dei consigli di amministrazione dei musei autonomi per farli rientrare sotto il controllo del ministero - che per nulla erano piaciute e anzi sono state fortemente contestate nel mondo della cultura. Poi Bonisoli aveva cercato di difendere - con una lettera ai dipendenti del Mibac - la sua riorganizzazione spiegandone la ratio. E oggi non sono mancate le reazione politiche alla decisione di Franceschini. «L’autonomia dei musei è uno strumento fondamentale di crescita economica, turistica e culturale ma anche di responsabilità e di presa in carico di responsabilità» ha esultato Gabriele Toccafondi, deputato della Civica Popolare.

Di fatto però la situazione è bloccata e la notizia della decisione del ministro Franceschini ha colto di sorpresa lavoratori e sindacalisti. Vige il silenzio, in attesa di capire che cosa accadrà. Già nelle prime ore del mattino si era diffusa la notizia e sulle bacheche di Fb dei lavoratori del settore si leggeva che «i decreti in via di registrazione erano stati bloccati dalla Corte dei Conti e che per disposizione di alcuni direttori generali restava inalterata la precedente organizzazione degli uffici». Dalla Pinacoteca di Brera c’è il no comment di James Bradburne, che attende chiarimenti sul suo futuro.

Bonisoli aveva immaginato veri «hub museali dotati di rafforzata capacità gestionale come a Milano a Firenze», ossia l’accorpamento del Cenacolo vinciano a Brera e delle Gallerie dell’Accademia di Firenze agli Uffizi. «Siamo in attesa di indicazioni», continuano a ripetere dal Cenacolo vinciano, che è fra i 12 beni Unesco della Lombardia. «Speriamo che Franceschini sani le storture della riforma di Bonisoli imparando anche dagli errori fatti in passato», spiega il segretario della Cisl Fp Milano Metropoli Giorgio Dimauro, che ha partecipato a un incontro tra sindacati e Polo museale della Lombardia. «Mettere assieme trenta sedi museali tra Lombardia e Veneto ci sembrava una scelta illogica - prosegue - anche perché con la riforma sarebbe venuta meno l’azione di sussidiarietà di musei che garantiscono incassi importanti, come il Cenacolo, nei confronti delle sedi più piccole. Chiediamo una soluzione più organica e un’azione più efficace per valorizzare il patrimonio culturale».