C’è una Media che fa acqua, il preside: nessuno ci ascolta

Crolli e pozzanghere nell’Istituto di via Sapri che ospita 370 alunni "Ci sarebbe bisogno di più spazio e invece dobbiamo restringerci"

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di Marianna Vazzana

Al centro dell’auditorium c’è una pozzanghera gigante con dentro i resti di pannelli crollati dal controsoffitto. Cola acqua pure nella vicina biblioteca. In un’altra ala due secchi sul pavimento sono pieni a metà, sistemati in posizione strategica in corrispondenza di un’infiltrazione. "La situazione è così da prima di Natale", allarga le braccia Angelo Lucio Rossi, il preside della scuola media di via Sapri 50 nel quartiere Garegnano, vicino viale Certosa, dell’Istituto comprensivo a indirizzo musicale Alda Merini. "Continuo a segnalare i problemi al Comune ma finora ci sono stati solo rattoppi non efficaci. E’ come dare un’aspirina a un malato grave. Alle ultime lettere, nessuna risposta". Così ha deciso di mostrare la situazione di persona, sperando in un intervento risolutivo. Che, annuncia il Comune, "comincerà domani". Nel frattempo, spiegano gli uffici, sono stati svolti "numerosi sopralluoghi e interventi tampone".

Già l’ingresso non si presenta nel migliore dei modi, con la facciata grigia e senza colori, rallegrata solo da alcuni disegni di street art. In quello più grande, promosso dalla scuola, spicca la scritta "I care": ci tengo. "Ma l’impressione è che siamo solo noi a tenerci - continua Lucio Rossi, affiancato dalla vice Rossella Viaconzi -. E’ prevista una grande opera sulla facciata, grazie al Municipio 8, coinvolgendo l’artista Pao (Paolo Bordino, ndr): meraviglioso. Ma è come mettere un bel trucco a qualcosa che sta cadendo a pezzi". Basta avvicinarsi all’ingresso dell’auditorium per rendersene conto: "Divieto di accesso e circolazione per motivi di sicurezza", è l’alt che compare sui cartelli. A terra, nastri di plastica. Tra i ragazzi della scuola media e i bambini dell’elementare Magreglio, ospitati in via Sapri in attesa di un nuovo edificio, gli alunni sono a quota 370, ai quali si aggiunge il personale scolastico. Da domani, con la zona arancione, le aule torneranno a riempirsi. "Il paradosso è che nel periodo Covid, in cui ci sarebbe bisogno di ampliare gli spazi, ci troviamo a dover ridurre quelli a disposizione", evidenzia il preside. Lo dice con tristezza, "perché la scuola è l’unico presidio di socialità del quartiere: mettiamo l’anima per costruire dal basso, abbiamo creato un’orchestra per i ragazzi, la biblioteca, spazi di socialità nella ex casa del custode dove è operativa Save the children e molto altro. Ma tutto è frenato da una manutenzione carente. Anche le scale antincendio sono malridotte, come certe tapparelle".

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