NICOLA PALMA
Cronaca

Catturati i fornitori dei pusher di Rogoredo. Minacce alle prostitute: “Con noi non si gioca”

Blitz dei carabinieri: smantellate due bande di trafficanti albanesi Decine di chili di eroina e coca smerciate dalla Lombardia alla Puglia Revenge porn alle schiave del sesso: “Paga o mando le foto ai tuoi”

Uno degli arrestati conta i soldi ricavati dal traffico di droga

Uno degli arrestati conta i soldi ricavati dal traffico di droga

Milano, 14 settembre 2023 - Due organizzazioni che non si facevano la guerra e che si aiutavano a vicenda con forniture supplementari quando la domanda superava l’offerta. Centinaia di chili di eroina e cocaina che inondavano le piazze di spaccio che ruotano attorno all’ex supermarket della droga di Rogoredo; senza dimenticare i corrieri che raggiungevano in macchina Torino, Genova, Brindisi, la zona di Robecchetto con Induno e la Svizzera. Una gigantesca macchina da soldi, da riciclare in patria, magari per approfittare del boom turistico che quest’estate ha saturato i lidi dell’altra sponda dell’Adriatico. I carabinieri dell’Antidroga del Nucleo investigativo, guidati dal capitano Federico Arrigo, hanno chiuso il cerchio all’alba di ieri, catturando 18 dei 24 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Mattia Fiorentini: 10 degli arrestati sono albanesi (compreso uno rientrato in Italia giusto l’altroieri, in tempo per farsi ammanettare); così come i 6 che mancano all’appello. Nel corso delle perquisizioni, i militari di via Moscova hanno sequestrato 12 chili di cocaina e quasi 50mila euro, se mai ci fosse stato bisogno di altre prove della piena operatività del gruppo criminale.

L’arresto in Svizzera

Il 12 febbraio 2020, la Volvo V70 guidata da Daniele Carrà viene fermata dal Corpo delle guardie elvetiche al valico autostradale di Chiasso-Brogeda: è diretto in Svizzera, ma non ha documenti. Gli agenti decidono di approfondire il controllo e scovano in un vano nascosto sotto il cambio 12 panetti di eroina per un peso complessivo di 5,9 chili. Carrà parla: ammette di essere un corriere e aggiunge che qualche mese prima, a Natale 2019, ha effettuato un trasporto simile con destinazione Puglia. Le informazioni vengono girate per competenza alla Procura di Milano, che fa scattare le indagini. Gli elementi acquisiti via rogatoria indirizzano subito gli accertamenti investigativi verso due distinte bande, entrambe guidate e formate da albanesi. A comandare la prima è Eduart Goseni, 44 anni, che coordina tutta la filiera anche con l’aiuto dei genitori e gestisce le tre basi logistiche intestate a prestanome: l’appartamento di viale Liguria a Cologno Monzese è deposito e raffineria; in quello di via Dante a Cambiago c’è la cassa, coi conti del dare-avere scritti a mano sulle agendine; quello di via Ripamonti a Milano è l’alcova delle prostitute sfruttate dal gruppo, con minacce di morte e revenge porn ("Paga o mando le foto ai tuoi") per costringerle a pagare il canone d’affitto alla protetta del capo.

I fornitori e i corrieri

L’organizzazione di Goseni può contare su fornitori di primo livello, con grandi disponibilità di droga. I carabinieri ne individueranno tre, anche facendo leva sugli sms inviati sulla piattaforma criptata SkyEcc "bucata" qualche anno da un team di detective francesi, belgi e olandesi. Non si scherza con chi tratta carichi così imponenti. I complici di Goseni lo scoprono sulla loro pelle quando il quarantaquattrenne viene arrestato: i conti da saldare restano in sospeso, ma I. ha poca pazienza. "Con lui nessuno può giocare", si dicono intercettati Emanuel Ferazovici e Glodjan Sejko. I panetti di "bianca" e "nera" arrivano ovunque e a ritmi serrati: i militari calcoleranno, per difetto, ricavi per 214mila euro soltanto nel breve lasso di tempo compreso tra il 20 giugno e l’11 luglio 2020. Che fine fanno i soldi sporchi? Prendono puntualmente la strada dell’Albania, via trasferimenti su circuiti Western Union o stipati nei bagagliai di pullman guidati da conducenti compiacenti. Conducenti come M., che a inizio luglio 2020 sposta 80mila euro: "Tienimi un posto, non riempirlo pieno", gli raccomanda al telefono Goseni, che lo paga mille euro per i trasporti “eccezionali”.

L’altro gruppo

Nel corso dell’indagine, gli investigatori si imbattono nella seconda associazione a delinquere, che ha contatti solo sporadici con l’altra ma che ne replica esattamente ruoli e organizzazione verticistica. A capo, stando all’inchiesta, c’è l’albanese Shkelqim Lusha, che tre giorni fa ha compiuto 57 anni. Nonostante sia ai domiciliari, gestisce senza problemi i traffici della gang: il suo “ufficio“ è nella sede di una società immobiliare in zona Brenta, dove è autorizzato a lavorare dal Tribunale di Sorveglianza. Verrà arrestato in flagranza il 30 ottobre 2020 a Peschiera Borromeo, dove vive: con sé ha 330 grammi di cocaina appena acquistati da due connazionali, fermati a loro volta su una Polo trasformata in un bazar ambulante degli stupefacenti. Dentro, i carabinieri ci troveranno 1,7 chili di eroina, 212 grammi di cocaina, 786 grammi di hashish e due flaconi di metadone.