Cattolica, apertura dell'anno con polemica: "Fondi per le eccellenze solo alle statali"

Appello del rettore: "Studenti in crescita ma siamo ancora discriminati"

L’ultimo  open day ha accolto 5mila aspiranti matricole alla scoperta dei 95 corsi di laurea (Newpress)

L’ultimo open day ha accolto 5mila aspiranti matricole alla scoperta dei 95 corsi di laurea (Newpress)

Milano, 20 novembre 2018 - Immatricolazioni in crescita dell’1,5%, con 13.468 nuovi iscritti, borse di studio e agevolazioni che rendono l’Università Cattolica sempre più accessibile. Ma ci sono due “scogli” ancora da superare: le aule in Largo Gemelli e nelle sedi distaccate ormai non bastano più e ci sono ancora “freni” nella corsa verso l’eccellenza, «limitazioni e discriminazioni che traggono origine dalla sclerotica distinzione fra soggetti qualificati come “pubblici” e ”privati». Lo dice con forza il rettore Franco Anelli, in occasione dell’apertura dell’anno accademico. Una cerimonia dedicata all’Europa, tema sviluppato anche dal presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, che ha invitato i docenti e gli studenti a «curarsi dell’anima dell’Europa, un’anima ferita».

Si ripercorrono le sfide dell’ateneo nei discorsi inaugurali, si denuncia la «dicotomia inattuale» fra pubblico e privato con una discriminazione di fondo, non tanto nei fondi di partenza quanto nei premi al merito. «Le università statali e non statali sono diverse, hanno modi di operare diversi, non è questo il tempo per andare a chiedere ritocchi nel finanziamento ordinario, che è stato negli anni ridotto - sottolinea Anelli -, ma vorremmo avere la possibilità di essere ammessi nelle procedure di assegnazione competitiva di risorse, che vanno a premiare il lavoro fatto. Perché le regole sono le stesse, rilasciamo gli stessi titoli di studio, svolgiamo la stessa attività di ricerca e vorremmo partecipare a questo tipo di competizioni». Dall’accesso ai fondi per il finanziamento dei dipartimenti di eccellenza al fondo per il finanziamento per le attività base di ricerca, che premia le pubblicazioni di professori associati e ricercatori. Si invoca una nuova visione: «Le università non statali siano considerate per quello che sono, innanzitutto università, senza essere discriminate per la loro natura giuridica».

L'anno nuovo parte col segno più, 95 corsi di laurea e oltre 120 master. Servono però spazi di manovra «per rafforzare la capacità di accogliere gli studenti, elaborando nuove proposte formative e predisponendo ampliamenti delle strutture». Si tampona, affittando nuovi locali in aree vicine a Largo Gemelli, in vista di un progetto ad ampio respiro. «Sullo sfondo di queste misure immediate si staglia la sagoma della Caserma Garibaldi, l’edificio di piazza Sant’Ambrogio, la cui disponibilità è un passo decisivo per programmare gli sviluppi futuri della sede e dell’intero ateneo». Un processo lungo, burocratico, che sta procedendo «un atto all’anno». «Sapevamo sarebbe stato lungo - ricorda il rettore - . La legislazione è complessa, ma stiamo affidando la progettazione esecutiva della caserma di piazza Firenze». Passo decisivo per il futuro campus.

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