MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Dito imbrattato, Cattelan si schiera con gli attivisti di Ultima Generazione: “Non mi sento offeso” / LA LETTERA

“L’opera non è stata rovinata o deturpata”: così l’artista ha risposto al legale dei manifestanti per il clima, che oggi saranno in tribunale per l’udienza preliminare

Maurizio Cattelan e il blitz di Ultima Generazione

Maurizio Cattelan e il blitz di Ultima Generazione

Milano – L’artista Maurizio Cattelan si schiera dalla parte dei ragazzi di Ultima Generazione che il 15 gennaio di un anno fa hanno lanciato vernice gialla su L.O.V.E., la sua celebre scultura del dito medio in piazza Affari, imbrattandone il basamento.

Si legge nella lettera firmata di suo pugno datata 15 gennaio, inviata come risposta all’avvocato Gilberto Pagani che difende gli autori del blitz. "Un documento ufficiale", precisa il legale, arrivato a due giorni dal processo che comincia oggi, che consolida la prima reazione dell’artista il quale dopo l’attacco aveva commentato: "Il giallo è un colore che ho sempre amato".

La lettera di Maurizio Cattelan
La lettera di Maurizio Cattelan

Un perdono confermato ora nero su bianco: "La condotta dei suoi assistiti – scrive l’artista – non risulta avere rovinato o deturpato l’opera. Il successivo intervento di ripristino l’ha infatti restituita al suo stato ed al suo aspetto originario". E aggiunge: "Non mi sono sentito offeso né danneggiato. Sono infatti certo che gli autori – le cui intenzioni e i cui obiettivi sono stati ampiamente resi noti – abbiano agito senza intenti aggressivi nei confronti miei o della mia opera".

Parole che confortano Fioretta Martina Maldifassi, tra gli attivisti di Ultima Generazione che oggi saranno in Tribunale "per l’udienza preliminare – spiega al Giorno la ragazza che compirà 25 anni sabato –. Accanto a me ci saranno anche Sandro e Leonardo. È il mio primo processo. So cosa rischio, lo sapevo anche un anno fa, e continuo a credere nella disobbedienza civile non violenta come mezzo per cambiare le cose. Guardiamo alla luna, non al dito: quello che ci imputano è un finto danno perché non c’è nulla di permanente".

Alle 11.30, davanti a Palazzo di Giustizia, ci sarà un presidio di solidarietà per i tre ragazzi. La giovane compare nei video mentre getta vernice gialla in piazza Affari e poi regge lo striscione "Stop sussidi al fossile". Poi, il 9 marzo 2023, era tra coloro che hanno sporcato di giallo anche la statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo. In tasca ha una laurea triennale in Graphic design presa alla Naba, nella vita "ho lavorato come supplente in una scuola elementare e sono stata educatrice in un asilo. Riprenderò l’insegnamento a metà febbraio, con un progetto in una scuola superiore".

I capi di imputazione a carico suo e degli altri ragazzi sono pesanti: “Distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici” (art. 518 duodecies, 110 c.p.) per i quali rischiano la reclusione da due a cinque anni e una multa da 2.500 euro a 15.000 euro.

Non solo: il Comune ha dato un segnale politico costituendosi parte civile per l’imbrattamento del “dito" che è di sua proprietà. E se lei e gli altri, un domani, dovessero essere chiamati a risarcire i danni? "Io penso che la soluzione non sia risarcire un finto danno. Finto perché la pittura che utilizziamo è sempre lavabile, diluita con acqua. Facciamo degli studi prima di agire. Siamo sicuri che dichiarare un danno presunto non sia piuttosto una scelta politica?". Sul fatto che spesso i passanti lancino loro insulti, risponde: "È un effetto della disubbidienza civile non violenta che crea uno squarcio nella quotidianità. La nostra è un’azione per ottenere dal Governo misure di contrasto al collasso ecoclimatico e un Fondo Riparazione da 20 miliardi di euro per far fronte ai danni subiti dai cittadini a causa degli eventi meteorologici estremi. Ci chiamano ecovandali? Non mi interessa. Noi continueremo a guardare la luna".