Catcalling ad una studentessa, scatta il processo

Due militari in servizio per "Strade sicure" in città sono stati prima ascoltati poi sospesi e trasferiti

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MILANO

Si è aperto ed è subito stato rinviato al 22 giugno il processo sul primo caso di "catcalling", cioè molestie verbali rivolte per strada, a carico di due militari dell’esercito. Entrambi, trasferiti dalla caserma in cui prestavano servizio e sospesi, sono accusati di aver preso di mira una 20enne lo scorso anno, per almeno tre volte con espressioni pesanti e insulti. Nel processo, che è iniziato davanti al giudice Mauro Gallina della settima penale e poi è stato assegnato al giudice onorario di Tribunale Luigi Fuda, la giovane è parte civile. Nel luglio dello scorso anno il dipartimento "Fasce deboli" della Procura, guidato dall’aggiunto Letizia Mannella, aveva chiuso l’inchiesta. I due militari, tra i 30 e i 35 anni e che erano addetti all’operazione "Strade Sicure", sono stati anche interrogati nei mesi scorsi, su loro richiesta, dagli agenti del commissariato Lorenteggio e si sono difesi dalle accuse. Secondo gli accertamenti una giovane studentessa universitaria per più volte sarebbe stata "bersagliata" da frasi sgradevoli e insulti. La ragazza, turbata e risentita, aveva chiesto soccorso prima al fratello e poi al padre, intervenuti in sua difesa. Poi è arrivata la denuncia e l’indagine della magistratura milanese (entrambi sono imputati per molestie e uno dei due anche per minacce), la prima nel capoluogo lombardo sul fenomeno del "catcalling".

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