Caso Dentix, così i clienti cadevano in trappola

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Dentix

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"Mi hanno spinto a contrarre un finanziamento da 5.000 euro per l’intervento, e ora sono rimasto con cinque denti in meno in bocca, solo con protesi mobili che però vanno sostituite". Alfredo Giorgio Nista, insegnante di 65 anni, è uno dei milanesi beffati dalla catena di studi odontoiatrici Dentix, che dopo il lockdown non ha più riaperto lasciando migliaia di pazienti con interventi da completare e rate dei finanziamenti da pagare. Proprio il finanziamento, che i clienti erano quasi obbligati a contrarre con società partner di Dentix, è uno degli aspetti più opachi della vicenda. "Sono entrato nello studio in via San Gottardo ad agosto dell’anno scorso – racconta Nista – perché avevo un intervento urgente da eseguire e tutti gli altri studi erano chiusi. Dopo la visita mi hanno proposto di versare subito l’importo del trattamento in un’unica soluzione oppure di firmare il contratto con la finanziaria, pagando a rate, con gli interessi inclusi". Un’opzione scelta dalla stragrande maggioranza dei pazienti, anche per non veder svuotato il proprio conto pagando in anticipo per interventi che venivano a costare anche migliaia di euro. Nista si è fatto finanziare circa 5.000 euro, che ora ha quasi finito di restituire. E Dentix ha incassato subito i soldi dalla società partner.

"Mi sono fidato anche perché garantivano costi inferiori rispetto agli altri studi – racconta – e l’ambiente era professionale, non ho notato nulla di strano fino a quando non hanno chiuso". Adesso il numero verde della società, che ha chiesto il concordato preventivo per evitare il fallimento, risulta disattivato. Nista sta creando una rete con altri pazienti beffati, che ora vogliono giustizia. "Devono darci una risposta – spiega – e anche il Governo deve intervenire".

Andrea Gianni

 

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