Caso Amara, Davigo rinviato a giudizio nel giorno del trentennale di Mani Pulite

Rivelazione di segreto d'ufficio, il processo il 20 aprile. Per il pm milanese Storari chiesti invece 6 mesi: si decide il 7 marzo

Piercamillo Davigo

Piercamillo Davigo

Milano, 17 febbraio 2022 - L'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo andrà a processo per rivelazione di segreto di ufficio: lo ha deciso il gup di Brescia (foro competente per quanto riguarda i magistrati milanesi), Federica Brugnara, per il caso della diffusione dei verbali coperti da segreto istruttorio resi dall'avvocato siciliano Piero Amara sulla presunta esistenza della cosiddetta loggia 'Ungheria'. La decisione cade, per una di quelle incredibili coincidenze del destino, nel giorno del trentennale dell'inchiesta Mani Pulite, il 17 febbraio del 1992 infatti veniva arrestato il presidente del Pio Albergo Trivulzio, Mario Chiesa. E Davigo era uno dei componenti del pool Mani Pulite di Milano. L'ex consigliere Csm dovrà comparire il prossimo 20 aprile davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Brescia per l'inizio del processo con rito ordinario.

Oggi si è anche svolta l'udienza con rito abbreviato nei confronti de pm di Milano Paolo Storari, a sua volta imputato per rivelazione del segreto d'ufficio per aver consegnato nell'aprile 2020 i verbali segreti sulla  loggia Ungheria proprio all'allora consigliere Csm Piercamillo Davigo. I pm di Brescia Donato Greco e Francesco Milanesi hanno chiesto per Storari una condanna a 6 mesi, il minimo della pena.. Per la pubblica accusa Storari, che con la sua condotta potrebbe aver leso l'immagine della magistratura, non avrebbe rispettato il vincolo di riservatezza e "violando i doveri inerenti alle funzioni rivestite rivelava notizie di ufficio che dovevano rimanere segrete, rivelava il contenuto di atti coperti dal segreto istruttorio", consegnando a Davigo copia in formato word dei verbali di cinque interrogatori (tra il dicembre 2019 e il gennaio 2020) resi dall'avvocato Piero Amara, che era sottoposto a indagine.

La difesa invece ha sostenuto "la legittimità della  condotta di Storari", e la legittimità "della situazione che gli è stata assicurata da un autorevole esponente della magistratura", ha affermato l'avvocato Paolo Della Sala, difensore del pm di Milano. Per il legale, la modalità di azione di Storari è "legittima" e in caso contrario "la responsabilità non può essere attribuita a Storari. Vedremo questa situazione come verrà considerata dal giudice" che nella prossima udienza, fissata per il 7 marzo, dovrà emettere "un giudizio di merito". Il giudice è sempre il gup Brugnaro.

 

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