Milano, studenti a caccia di case: la truffa è in agguato

Riparte la ricerca di alloggi e c’è chi ne approfitta. Come (i finti) proprietari che abbiamo contattato via mail

Affitti studenti

Affitti studenti

Milano, 2 settembre 2019 - «Io e mia moglie siamo stati trasferiti ad Atene, Grecia, con il nostro lavoro per i prossimi 4 anni, ma questo non è un impedimento per mostrarti l’appartamento, perché posso prendere l’aereo e in 3 ore posso essere in Italia». Tempo di rientri di studenti, tempo di truffe. L’emergenza affitti a Milano non conosce vacanze, ma settembre è il periodo caldo. E i nuovi studenti universitari e studenti stranieri sono le vittime predilette di chi cerca di incassare qualche mensilità di affitti in cambio di finte promesse.

La truffa più diffusa è quella in cui il proprietario di casa finge di non essere in Italia e di aver bisogno, per bloccare l’appartamento, di alcune mensilità. Difficile convincere chiunque a un pagamento al buio. Quindi i truffatori inventano i trucchi per “accreditarsi”. Spesso viene richiesto un pagamento su una piattaforma terza, ritenuta affidabile, come Booking o Airbnb, ovviamente completamente estranee a questi raggiri. Nei giorni scorsi, abbiamo contattato uno degli inserzionisti, partendo da un’offerta particolarmente vantaggiosa: un appartamento in via Santa Maria Segreta, a due passi da piazza Duomo, alla sospetta cifra di 350 euro al mese.

«Se vuoi visitare il mio appartamento, posso mettere il mio appartamento su Booking, e devi fare una prenotazione.Una volta effettuata la prenotazione io vengo e ci vediamo di persona... per essere sicuro che hai i soldi pronti per l’appartamento e non perderai il mio tempo e il mio denaro. Quindi, Booking serve come “mediatore” – ci scrive via mail L. G. (quasi certamente un nome finto) –. È necessario effettuare un bonifico bancario a Booking, sul loro conto bancario , di 1.050 euro (350 euro l’affitto mensile + 700 euro la caparra), in questo modo l’appartamento sarà bloccato per te e io verrò quando vuoi per mostrarti l’appartamento».

Tutte informazioni che il presunto truffatore fornisce in mail successive, dopo aver ricevuto dal potenziale cliente l’assenso. Una tecnica per conquistarsi la sua fiducia e convincerlo di non essere un profilo fake. Unito a diverse altre tecniche di persuasione: profili mail credibili, con fotografie, domande e frasi che attestino la propria affidabilità («La stanza e solo per te? Che tipo di contratto vuoi?», «È molto difficile ai nostri giorni trovare una persona seria») e infine il contatto telefonico e la richiesta di chiamata su whatsapp. Qualcuno per accreditarsi manda anche le foto della casa e una fotocopia della propria carta d’identità (probabilmente falsa) tramite mail. La richiesta di denaro è sempre di piccole cifre, di solito qualche centinaio di euro: in pochi si spingono a chiedere un migliaio di euro, come ha fatto con noi il signor L., per un’abitazione in pieno centro.

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