NICOLA PALMA
Cronaca

Case popolari, ecco gli hub per gli sgomberati

Piano da un milione della Prefettura per accogliere le persone più vulnerabili. Abusivi sotto quota 4mila, nel mirino via Bolla e via Gola

Controlli dei carabinieri in via Gola

Controlli dei carabinieri in via Gola

Milano, 15 dicembre 2019 - La richiesta è stata inoltrata cinque giorni fa da corso Monforte. L’obiettivo: ottenere dal Viminale un milione di euro per dar vita a una serie di hub che ospiteranno temporaneamente una particolare categoria di abusivi da sgomberare, coloro che hanno occupato una casa popolare per effettiva necessità e perché in condizioni di estrema vulnerabilità. L’istanza era già stata anticipata al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nel corso della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica del 4 novembre, e quindi a Palazzo Diotti sono fiduciosi su una risposta positiva in tempi brevi.

Con quel contributo potrà partire la fase due del piano che punta a restituire alla collettività – e soprattutto a chi attende da anni l’assegnazione di un alloggio – gli appartamenti che al momento sono invasi da irregolari. Ottenuti i soldi, la Prefettura lancerà un bando aperto alle associazioni del Terzo settore, alle quali, sul modello dell’accoglienza ai richiedenti asilo, verrà chiesto di individuare immobili da trasformare in punti di ricovero (si partirà con 50 nuclei familiari); allo stesso tempo, Comune e Regione avvieranno una ricerca di eventuali siti da usare per lo stesso scopo. «Nella prima fase abbiamo colpito soprattutto forme di racket – ha spiegato ieri il prefetto Renato Saccone – diciamo quindi situazioni più di comodo che di vulnerabilità. Man mano che andremo avanti, però, troveremo più vulnerabilità". Da qui la necessità di reperire alternative abitative per chi resterà senza un tetto, al di là della collaborazione già in essere con i Servizi sociali del Comune. Intanto, vanno registrati i numeri del 2019 sul fronte degli sgomberi, mai così positivi dal 2012: in dodici mesi sono stati recuperati complessivamente 507 alloggi occupati tra case Aler (gestite dalla Regione) e Mm (gestite dal Comune), facendo scendere il numero degli appartamenti ancora invasi da 4.487 a 3.980.

In particolare, sul fronte Aler, nei giorni scorsi l’assessore regionale alle Politiche abitative Stefano Bolognini aveva parlato di 401 sgomberi programmati dalle forze dell’ordine e di 1.974 blitz effettuati in flagranza. Dati incoraggianti, anche se il sindaco Giuseppe Sala ha ribadito che "c’è ancora tanto da fare: andare avanti vuol dire anche gestire problemi sociali conseguenti, però finalmente si è invertita la tendenza". Adesso, la riflessione di Saccone, "il tema è progettare un intervento che non sia più sulle singole abitazioni, ma sulle scale, per sgomberare e procedere alla riqualificazione", come fatto ad esempio in zona Lorenteggio o nell’operazione portata a termine un mese fa alle Case bianche di viale Fulvio Testi. Nel 2020, i riflettori si accenderanno su "quelle aree periferiche dove non c’è la singola occupazione, ma ci sono intere scale e compendi un po’ degradati". Gli indirizzi sono segnati da tempo sulla mappa: via Bolla, via Gola, via Quarti e alcuni stabili del quartiere San Siro. Con una mission chiara: "Noi partiamo dal diritto alla casa, non dal togliere la casa – ha chiosato Saccone –. Il tema è recuperare alloggi per assegnarli a chi sta in graduatoria". 

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