Milano, case popolari: "Daspo anche per chi le occupa"

Proposto della Lega che cavalca l’apertura di Sala. Majorino: no a misure su base etnica

La polizia in zona San Siro

La polizia in zona San Siro

Milano, 11 giugno 2019 - Non solo rom, ma anche abusivi. Dopo l’apertura del sindaco Giuseppe Sala sulla possibilità di usare il Daspo per i nomadi che continuano a occupare alcune zone della città, la Lega chiede che sia fatto lo stesso anche per i «nuovi occupanti abusivi degli alloggi popolari e per chi occupa beni e immobili di proprietà pubblica». Un intervento che prende le forme di una mozione presentata in Consiglio comunale con primo firmatario il capogruppo Alessandro Morelli. «Noi non vogliamo fare discriminazioni su base etnica perché non ce l’abbiamo con i rom - sottolinea - ma vogliamo che il Daspo venga applicato anche agli occupanti abusivi di immobili, aree verdi, gli alloggi popolari di nuova occupazione e gli immobili pubblici, vedi gli esempio di Macao e di Cascina Ronchettino». A lanciare per primo la proposta, in mattinata, era stato l’assessore regionale alla Politiche abitative Stefano Bolognini, compagno di partito di Morelli: «Allontanare certi delinquenti da Milano sarebbe un importante segnale di legalità».

Il centrodestra cavalca quindi l’apertura di Sala «folgorato sulla via di Damasco», ma l’assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino Anna Scavuzzo smorza gli entusiasmi leghisti. «Parlare degli ordini di allontanamento e dei Daspo in modo confuso, e senza probabilmente aver nemmeno letto gli articoli del Decreto Sicurezza che danno la cornice entro la quale è possibile introdurre le aree per il cosiddetto daspo urbano - attacca - fa dire sciocchezze, anche ad autorevoli esponenti della giunta regionale». Scavuzzo parla del «rischio di costruire alibi laddove l’impegno dovrebbe essere quello di occuparsi dell’assegnazione degli alloggi sfitti e della manutenzione» delle case Aler. L’assessore uscente e neo eletto parlamentare europeo del Pd Pierfrancesco Majorino assicura che la Giunta «non farà mai un provvedimento su base etnica, cioè un Daspo per i rom».

«Trovo sensato e ragionevole sperimentare strumenti che permettano di intervenire con decisione, se quelli attuali non lo consentono, nei confronti di chi sviluppa occupazione di aree in serie, siano o meno di origine rom, creando non poche difficoltà in alcuni quartieri», sottolinea Majorino. Va all’attacco l’assessore regionale alla Sicurezza, Riccardo De Corato: «Come al termine di uno spettacolo pirotecnico Majorino spara le sue ultime perle di saggezza». Di certo il Daspo ha aperto un dibattito nella galassia del centrosinistra, con fronti che divergono e posizione tiepide. Il gruppo consiliare Milano Progressista, tra gli altri, sottolinea che «sono necessarie valutazioni politiche e di carattere sociale così come chiedersi se uno strumento tanto roboante risulti davvero efficace nella concreta applicazione amministrativa». E Maurizio Pagani, presidente dell’Opera Nomadi di Milano, lancia un appello a Sala: «Non cada in tentazione con espedienti semplicistici quanto disastrosi sul piano culturale, morale e politico».

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