
Case popolari
Milano, 24 marzo 2016 - Affabili, ben vestiti, italiani, con tanto di tesserino e biglietto da visita. «Lavoro per Aler, posso darle una mano per avere la casa popolare». La trappola è scattata così, e tre persone (sono i casi da noi raccolti nella periferia a nord della città ma non si esclude possano essercene altri) sono rimaste con un pugno di mosche in mano e il portafoglio alleggerito. Anzi, la casa l’hanno avuta. Ma ci hanno messo piede da abusivi, pur avendo firmato un contratto che solo in un secondo momento hanno scoperto essere falso. Le truffe risalgono al 2014 e sono venute a galla nei mesi scorsi, a seguito di accertamenti di casa in casa. Per le vittime era difficile accorgersi del raggiro: «La persona che ho conosciuto aveva un tesserino e un biglietto da visita». E lo scenario costruito era più che verosimile: «Mi ha mostrato l’alloggio aprendo la porta con una chiave». Presumibilmente, la casa sfitta è stata adocchiata prima, e c’è stato il tempo di cambiare la serratura. Ciliegina sulla torta: il contratto. Con tanto di logo Aler e numero di pratica. Le vittime hanno versato 1.600, 1.700 e quasi 4mila euro. Due hanno presentato denuncia ai carabinieri. Per il terzo caso c’è un esposto rilasciato alla polizia locale da Simona Fregoni, presidente Case popolari e Demanio del Consiglio di Zona 9.
Una delle vittime racconta per iscritto di essere stata avvicinata da un uomo dentro un bar a pochi passi da un sindacato inquilini. «Si è qualificato come responsabile Aler e mi ha consegnato un suo biglietto da visita dicendo che poteva aiutarmi» ad ottenere una casa popolare. Al secondo incontro, avvenuto sempre in un bar, «ho portato la documentazione necessaria», tra cui copia della carta d’identità e codice fiscale. Poi «quel signore mi ha ricontattata, dicendomi che c’era un appartamento disponibile». E, l’8 settembre 2014, ha sottoscritto il contratto e ha avuto le chiavi, dopo aver consegnato 1.700 euro in contanti. Il truffatore? Volatilizzato. «Il cellulare risulta staccato». A febbraio 2015, l’inquilino avrebbe consegnato spontaneamente le chiavi a MM (subentrata ad Aler nella gestione degli alloggi del Comune), una volta emersa la truffa. Aveva in mano un contratto carta-straccia. Finito nelle grinfie di un truffatore (lo stesso?) anche un altro cittadino in attesa di alloggio, agganciato in un palazzo popolare. «Il 18 febbraio 2014 - si legge nella denuncia - mi sono presentato in viale Romagna 26, dove c’è la sede dell’Aler, e lì mi aspettava il presunto impiegato. Senza farmi salire in ufficio mi ha fatto firmare il contratto di locazione e gli ho consegnato 900 euro in contanti per la chiusura della pratica». Nei giorni precedenti gli aveva versato un “anticipo” di 3mila euro.
La sua situazione da abusivo è emersa due mesi fa, quando alla sua porta hanno bussato dei veri ispettori. La denuncia di truffa è di venerdì scorso. Un altro cittadino ha consegnato 1.600 euro a un sedicente dipendente Aler conosciuto in ospedale. Aler, venuta a conoscenza del fenomeno, fa sapere che presenterà denuncia a sua volta. Gli avvisi contro le truffe sono affissi in tutte le portinerie. Simona Fregoni aggiunge: «Non bisogna fidarsi. In caso venisse proposto un alloggio, informarsi subito contattando i numeri ufficiali, per capire se la pratica è regolare o se ci si trova davanti a una truffa».
di MARIANNA VAZZANA