Discariche, occupazioni e criminalità in via Quarti: "Milano non si accorge di noi"

Viaggio nei palazzi Aler di via Quarti, tra omertà e voglia di riscatto

Sul murale di benvenuto si invita a chiamare Amsa per la raccolta dei rifiuti ingombranti

Sul murale di benvenuto si invita a chiamare Amsa per la raccolta dei rifiuti ingombranti

Milano, 15 agosto 2017 - «Welcome to Quarti». Il benvenuto in via Quarti, un budello di stradine su cui si affacciano sette palazzi Aler, tra i quartieri di Baggio e Quinto Romano, è di un murale colorato. Pupazzi e oggetti sorridenti che però fanno a pugni con tutto il resto. Con facciate scrostate, ciuffi d’erba sopra le grondaie, allacciamenti elettrici fai-da-te, portoni sempre aperti, gruppi di persone che come sentinelle si accorgono degli «intrusi» e spargono la voce, spazzatura che inghiotte ogni angolo. Pure quello del murale, dove una montagna (vera) di vecchi mobili, masserizie e stracci cresce sotto un telefono disegnato sulla parete, che sorridente comunica il numero per la raccolta gratuita dell’immondizia. Una beffa. Ecco, un’immagine che rappresenta come vanno le cose in via Quarti, stretta tra la rotonda di via Scanini, capolinea del bus 67, e una porzione del parco delle Cave. Un mondo a sé che racchiude circa 450 famiglie, separato dal centro città da oltre un’ora di viaggio sui mezzi pubblici alla vigilia di Ferragosto. Di cui la città si accorge solo quando «capita qualcosa», e solitamente di brutto. Come giovedì scorso, quando una bomba carta è esplosa all’alba, al secondo piano del civico 40, danneggiando lievemente il muro e la porta dell’ascensore. A distanza di tre giorni, nessuno sembra farci caso. Come se quello fosse un problema tra i tanti. «Affari tra pusher, forse un’intimidazione perché uno non pagava l’altro», azzarda un cittadino che chiede l’anonimato. E sono in tanti a chiederlo. «Sono già stato minacciato», «mi hanno sfondato la porta di casa», «mi hanno bucato le ruote della macchina», il ritornello. Ma chi? «I criminali». «I troppi incivili». «Prepotenti che spadroneggiano e che occupano pure case». Un inquilino mostra due alloggi: «Sono di inquilini anziani, ora in ospedale o in casa di riposo. Ecco: sono stati occupati».

Lo ripetono le signore che spazzano i vialetti ai piedi delle torri di nove piani. «Se potessi, andrei via. Siamo dimenticati». Lo dicono anche i più giovani. Uno di loro spalanca la porta di ferro di un locale contatori e bussa. «Facciamo sempre così per fare uscire i topi». Lo sguardo si apre su grovigli di cavi elettrici e contatori rotti. Ultima occhiata alle telecamere. Funzionano? La risposta è una scrollata di spalle. Difficile trovare una luce. «Cerchiamo – afferma Marco Bestetti (FI), presidente del Municipio 7 – di agire su due fronti. Il primo è sociale: bisogna supportare le attività positive. E c’è un progetto: con gli oneri di urbanizzazione del Piano integrato d’intervento Calchi Taeggi si potrà allargare il Parco delle Cave intervenendo sulla porzione a ridosso di via Quarti, ora non fruibile, eliminando l’isolamento. Ma tutto sarà vano se non ci sarà una profonda bonifica, sia a livello di manutenzione e sia per il ripristino della legalità, sgomberando gli abusivi. Via Quarti è stata inserita tra i luoghi del servizio dei vigili di quartiere, che partirà a settembre». Lorenzo Zacchetti, Pd, consigliere anziano, ribatte: «I soldi degli oneri di Calchi Taeggi non sono infiniti... Non possono essere evocati per risolvere ogni problema, si decidano le priorità. Il provvedimento dei vigili di quartiere è stato deciso dall’amministrazione centrale, viene sbandierato come se si vendesse una pelle dell’orso non propria. Soprattutto: per avere più sicurezza bisogna spingere sulla socialità».

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