MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Caro alloggi, l’affondo di Maran: "Milano non sia una città per ricchi"

L’assessore, nel suo libro, punta sull’housing sociale: "Non è più tempo per nuove CityLife e Porta Nuova". E nello scontro con Coima sul caso Pirellino rivendica "l’autonomia della politica dagli interessi economici"

di Massimiliano Mingoia

Ha voluto intitolare il suo libro “Le città visibili’’, parafrasando al contrario il romanzo di Italo Calvino “Le città invisibili’’. Una scelta che è un segno dei tempi, secondo Pierfrancesco Maran, 42 anni, esponente del Pd, "riformista pragmatico", attuale assessore comunale alla Casa, nei due mandati precedenti alla Mobilità e all’Urbanistica, una passione politica nata sui banchi del liceo Volta ("mi sono iscritto al Pds il 20 aprile 1996"): "Oggi abbiamo di fronte a noi città visibili: con i social e la tv possiamo vedere in tempo reale quello che accade ovunque".

Premessa non scontata, perché Maran, nel suo libro diviso tra racconto autobiografico e analisi sul futuro di Milano, confronta costantemente il capoluogo lombardo con le grandi metropoli europee come Londra, Parigi, Berlino e Barcellona ed è convinto che l’emergenza Covid abbia profondamente mutato l’approccio delle grandi città: "Da una logica competitiva si è passati a una logica solidale". Non a caso, quando gli si lancia la provocazione "Milano città per ricchi", l’assessore risponde secco: "Questa è la vera preoccupazione che ci troviamo oggi a fronteggiare. Milano deve riuscire a includere tutte le fasce sociali". E cita come esempio virtuoso l’ex Macello di viale Molise, in cui Redo – che ha vinto il bando Reinventing Cities – svilupperà il più grande progetto italiano di social housing. In altre parole, case a prezzi accessibili. "Non è più il tempo per progetti come CityLife e Porta Nuova", sottolinea Maran, che subito dopo parla della battaglia contro la Regione sulla legge sugli immobili abbandonati, rivendicando l’eccezione di costituzionalità sollevata su sua proposta: "Quando ho letto le tre ordinanze del Tar che accoglievano la tesi del Comune mi è venuto da piangere dalla gioia". Una battaglia collegata al caso Pirellino, l’ex grattacielo comunale acquistato da Coima di Manfredi Catella, sul cui progetto di sviluppo le tensioni tra Maran e Catella, ma anche tra l’assessore e il sindaco Giuseppe Sala, non sono mancate. Maran parla di "principio di autonomia della politica dagli interessi economici" e aggiunge: "Credo che questa vicenda abbia contribuito alla mia decisione di ricandidarmi alle ultime Comunali". Chi vuole intendere, intenda.

A proposito del suo rapporto con Sala, Maran svela un aneddoto che risale al 2016, subito dopo la vittoria di Mr. Expo alle elezioni: il politico Pd è partito per qualche giorno di ferie con l’allora compagna, ora moglie, Nicoletta, con l’assicurazione del neosindaco "parti pure, chi vuoi che metta alla Mobilità al tuo posto", ha passato un weekend d’inferno al telefono, e al ritorno Sala gli ha assegnato l’Urbanistica. "Aveva ragione Sala, meglio cambiare", commenta ora l’assessore, che domani alle 18.45 presenterà il suo libro proprio con il sindaco ai Bagni Misteriosi. Il futuro di Maran? Lui non si sbilancia, ma la candidatura alle Politiche 2023 sembra il suo obiettivo.