
Lo scrittore Carlo Lucarelli, autore con Massimo Picozzi di “Nero come l’abisso“
Milano, 17 ottobre 2024 – “Compiere il male fa parte del dna dell’uomo. Ognuno ha in sé Dottor Jekyll e Mister Hyde e, non tutti, tengono a bada il secondo. L’omicidio nasce da qui. La malvagità umana non è recente: è eterna, esiste fin dalle nostre origini”.
Comincia così Carlo Lucarelli, tra i più celebri scrittori italiani di gialli e noir, che insieme allo psichiatra e crimonologo Massimo Picozzi ha appena firmato “Nero come l’abisso. Storia dell’omicidio nell’antichità“.
Siete partiti dal “perché“ si uccide?
“Nella nostra quadrilogia, che rappresenta una sorta di storia dell’omicidio, in questo ultimo volume approfondiamo le morti violente di cui è percorsa la storia fin dall’alba dei tempi, a cominciare dal primo fratricidio con Caino e Abele e prendendo in considerazione anche i fatti meno conosciuti. Perché si uccide? Iniziamo col dire che si uccide fin dall’antichità e fondamentalmente sempre per gli stessi motivi: per potere, per denaro, per motivi passionali. E questo in ogni ambito, dalla politica alla religione”.
Allora cosa è cambiato, nel corso dei secoli?
“È cambiata la concezione dell’omicidio. Se nel Medioevo era considerato normale massacrare e uccidere anche un’intera popolazione – pensiamo a tutte le comunità che venivano sterminate dai nemici una volta che una città veniva conquistata –, oppure vendicarsi per un torto subìto, nel corso dei secoli tutto questo si è trasformato. Si è smesso di uccidere? No. L’uomo continua a massacrare. Però adesso non viene considerato ‘giusto’. Ecco cosa è cambiato. Poco, pochissimo?”.
Tra i personaggi raccontati, quale menzionerebbe ora?
“Me ne vengono in mente tanti. Per esempio Gilles de Rais, che è stato capitano dell’esercito francese e compagno d’armi di Giovanna d’Arco, considerato un serial killer, assassino di ragazzini. Un nobile e ricco che si comportava come voleva e che spadroneggiava. Tra i personaggi c’è anche Lucusta, che avvelenava gli imperatori romani. Mi viene in mente pure Ötzi, nostro antenato di oltre cinquemila anni fa ritrovato tra i ghiacci delle Alpi dopo essere rimasto ucciso in un agguato. Gli strumenti di oggi ci fanno rivivere la storia, riusciamo a capire cosa sia capitato dal punto di vista scientifico e questo è affascinante”.
A Paderno un adolescente ha ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni; a Rozzano Manuel è morto accoltellato per un paio di cuffie da meno di 15 euro. Pensa che il limite sia stato oltrepassato?
“Io sento dire spesso che certe cose, una volta, non succedevano. O ne succedevano meno. Eppure se sfogliamo delle riviste di cronaca nera di oltre 70 anni fa leggiamo gli stessi fatti: di adolescenti uccisi per rapina, di ragazzi che massacrano familiari, di mariti che ammazzano mogli. È innegabile che fatti gravi siano sempre accaduti. Mi viene in mente Pietro Maso, che ha ucciso i suoi genitori più di 30 anni fa. Cambia il nostro modo di leggere questi avvenimenti. Ora si manifesta maggiormente la volontà di porre un freno a qualcosa che succedeva anche prima, e questo è un bene. Ma Mister Hyde non si potrà mai fermare del tutto”.