Un’arte dai forti risvolti sociali, e così la pittrice Carla Bruschi dà voce agli emarginati e alle fasce deboli. Clochard, migranti, spose-bambine: sono solo alcuni dei soggetti ritratti nei 20 quadri – per lo più acrilici su tela – che l’artista espone a Palazzo Mezzanotte, storica sede della Borsa italiana in piazza Affari a Milano, con la sua personale "Il Silenzio degli ultimi". Inaugurata ieri alle 17 a latere del convegno “Solidarietà” organizzato dall’onorevole Cristina Rossello, l’esposizione resterà aperta al pubblico da oggi a venerdì, dalle 11 alle 20. L’obiettivo è cercare di "dare dignità a categorie sociali che spesso fingiamo di non vedere – spiega Bruschi –. Quando ho saputo dell’esortazione di Papa Francesco, che ha invitato gli artisti a essere ‘sentinelle degli ultimi’, ho avuto come un brivido. Stavo infatti già lavorando alla mostra, la cui fase preparatoria è durata un anno, punteggiato d’incontri con alcuni clochard milanesi, che ho fotografato e coi quali ho anche cercato di stabilire un dialogo". La scelta della sede non è casuale. "Si è voluto creare un forte contrasto – prosegue la pittrice – fra il contenuto dei quadri e il contesto che li ospita, collegato a concetti come finanza, denaro, opportunità economiche. Lungi dal risolvere i problemi della povertà e dell’emarginazione, la mostra vuole dare un piccolo contributo per uno spunto di riflessione". Non a caso, sulle tele trovano spazio anche i richiami alle donne ucraine vittime della guerra e alle giovani iraniane che si tagliano i capelli per protesta verso il regime. Ci sono poi riferimenti al lavoro minorile e ai matrimoni contratti in giovanissima età, "dinamiche che sono il riflesso di un’infanzia negata", osserva l’autrice. Dopo la mostra “Donne a perdere“, realizzata insieme alla giornalista Barbara Sanaldi per sensibilizzare rispetto alla violenza di genere, ecco dunque un altro excursus figurativo "che mi auguro possa essere ospitato anche in altri contesti e in altre occasioni – ancora Bruschi –. Il messaggio contenuto in questi quadri deve continuare a far riflettere".
Curata dai critici d’arte Giorgio Gregorio Grasso e Genny Di Bert, la mostra ha il sostegno di due aziende, Eure Inox e Matec Group. Alessandra Zanardi