Carcere minorile, mai così tanti detenuti negli ultimi 10 anni: record al Beccaria

In Italia sono quasi 500 i ragazzi e giovani adulti dietro le sbarre. Nel carcere milanese problemi di sovraffollamento

"Un sistema cambiato, costretto oggi ad affrontare nuove difficoltà rispetto al passato". E' questo il quadro che emerge dalle visite di Antigone nei 17 Istituti Penali per Minorenni d'Italia la cui sintesi è registrata nel settimo rapporto sulla giustizia minorile in Italia presentato oggi.

Molti i reparti chiusi per ristrutturazioni e. così, per la prima volta dopo tanto tempo, "alcuni Ipm hanno iniziato a riscontrare situazioni di sovraffollamento. È questo il caso degli Istituti di Milano, Treviso, Torino, Potenza e Firenze dove, al momento della visita dell'Osservatorio, il numero di ragazzi ospitati superava le capienze regolamentari. A Torino la direzione è stata costretta per qualche giorno a predisporre dei materassi a terra. A Firenze, la stanza solitamente utilizzata per l'isolamento sanitario è stata adibita a camera di pernottamento. A causa della carenza di spazi, l'Ipm di Nisida ha smesso di ospitare ragazze detenute, dovendo destinare tutti gli ambienti a sezioni maschili". Nel biennio appena concluso, diversi Istituti del centro e sud Italia hanno dovuto sopperire alla carenze di posti negli Istituti del nord.

Al 15 gennaio 2024 i ragazzi, minori e giovani adulti, detenuti nei 17 Istituti penali per minorenni del nostro paese erano 496. Le donne erano 13, il 2,6% dei presenti, gli stranieri 254, il 51,2% dei presenti, dunque più della metà. L'istituto con più presenze era il Beccaria di Milano, con 69 ragazzi, quelli con meno erano Quartucciu in Sardegna, con 8 ragazzi presenti, e Pontremoli in Toscana, unico Ipm interamente femminile d'Italia, con 8 ragazze. Le altre 5 ragazze presenti erano distribuite tra Napoli e Roma. La fascia più rappresentata negli Ipm è quella dei 16 e 17 anni. In totale i minorenni sono il 57,7%, dei presenti, soprattutto tra le ragazze (61,5%) e tra gli stranieri (64,2%), la maggior parte provenienti dal Nord Africa. Questi ultimi sono dunque molto giovani. Inoltre, il 68,5% del totale è in Ipm senza una condanna definitiva. "Circa 500 detenuti nelle carceri minorili italiane: sono oltre dieci anni che non si raggiungeva una simile cifra. Gli ingressi in Ipm sono in netto aumento - commenta Antigone -, segno evidente degli effetti del Decreto Caivano. La crescita delle presenze negli ultimi 12 mesi è fatta quasi interamente di ragazze e ragazzi in misura cautelare. Altro effetto del decreto è la notevole crescita degli ingressi in Ipm per violazione della legge sugli stupefacenti, con un aumento del 37,4% in un solo anno. Quanto alla criminalità minorile, questa secondo i dati forniti dall'Istat e dal Ministero dell'Interno relativi ai minorenni arrestati e/o indagati nel periodo 2010-2022, "è più o meno stabile". Nel 2021, dopo il trend in discesa degli anni precedenti, si è registrato un lieve aumento rispetto al 2020 (28.954 segnalazioni) mentre nel 2022 si rileva un considerevole incremento delle segnalazioni, con 32.522 minori segnalati, andando quasi ad eguagliare il picco raggiunto nel 2015 con 32.566 minori segnalati. E' nelle regioni del Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta) che si registra il maggior numero di segnalazioni: circa 10mila le denunce. I reati contro la persona sono il 22,7% dei reati a carico delle persone entrate in Ipm, si legge nel rapporto. La categoria di reati più frequente sono i reati contro il patrimonio, che rappresentano il 55,2% dei totale dei reati a carico di tutti coloro che sono entrati in Ipm nel corso del 2023, il 63,9% se si guarda ai soli stranieri, e addirittura il 70,2% se si guarda alle sole donne. Tra i reati contro il patrimonio il più ricorrente è il furto, che pesa per il 15,1% del totale dei reati a carico di tutti coloro che sono entrati in Ipm nell'anno, e addirittura il 35,6% per le sole donne. I reati contro l'incolumità pubblica (10,6% del totale) sostanzialmente coincidono con le violazioni della legge sugli stupefacenti, che rappresentano il 10,2% del totale dei reati a carico di chi è entrato in Ipm nel 2023, ed il 14,5% se si guarda ai soli italiani.

Questi numeri, se si guarda agli ingressi nel 2022, erano rispettivamente il 6,9% e l'8,6%. Di fatto, se si confrontano i delitti a carico delle persone entrate in Ipm nel corso del 2022 con quelle entrate nel 2023, la crescita maggiore è quella registrata appunto per le violazioni della legge sugli stupefacenti, che sono aumentate del 37,4% in un solo anno.