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Carcere minorile Beccaria, pronta una nuova ala. Don Gino Rigoldi: "E' attesa da 8 anni"

Rgazzi, educatori ed agenti dovrebbero trasferirsi la prossima settimana

Carcere minorile Beccaria a Milano

Milano, 3 ottobre 2017 - Novità all'Istituto penale per minori Beccaria: settimana prossima, salvo sorprese dell'ultima ora, i ragazzi, gli educatori e gli agenti della Polizia penitenziaria si trasferiranno nella parte ristrutturata del carcere. E' da otto anni che aspettano questo momento e don Gino Rigoldi è ottimista sul futuro dell struttura di cui è cappellano. "Dove sono ora  è un letamaio - ha commentato senza tanti giri di parole- Nell'ala nuova avranno spazi dignitosi". Non solo. "Trovo che ora ci sia piu' attenzione e voglia di fare meglio nella magistratura di sorveglianza e nel Provveditorato regionale alle carceri - ha sottolineato - Per questo sono fiducioso".

Attualmente al Beccaria sono reclusi 45 minori. La parte ristrutturata ha una capienza di circa 30 posti. "Alcuni ragazzi devono uscire in questi giorni e quindi non dovrebbero esserci problemi". Rimane pero' il problema che nell'istituto penale minorile di Milano non c'e' un direttore. "Da anni si succedono funzionari facenti funzione - si è rammaricato il cappellano -. Ma non è la stessa cosa. E' come se al Beccaria mancasse una regia. E' scandaloso e quando il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, verrà a Milano cerchero' di parlargli personalmente, perché questa situazione va risolta al piu' presto".

In attesa di entrare nell'ala ristrutturata, all'Istituto penale minorile Beccaria si festeggiano i 10 anni di "Freedom Rugby", progetto di sport promosso dalla storica Rugby Milano. Ogni stagione 15 ragazzi reclusi si cimentano in questo sport nel campo del carcere, grazie agli allenatori volontari che ogni sabato varcano il portone di via Calchi e Taeggi. "Ai ragazzi diamo la possibilita' di praticare uno sport che richiede forza, rispetto delle regole e gioco di squadra- ha spiegato Sergio Carnovali, presidente dell'associazione sportiva - Ha quindi un grande valore educativo". "Il rugby richiede fisicita' e intelligenza - ha aggiunto don Gino Rigoldi- Per i nostri ragazzi, che sono svelti a esplodere, trovarsi in un contesto in cui possono farlo correttamente mi pare cosa utile. Hanno una bassa stima di se stessi e quindi hanno bisogno di qualcuno che dia valore al loro fare, che ascolti le loro parole e le prenda sul serio senza prediche, ma aiutandoli a farli sentire importanti l'uno per l'altro".

Nelle carceri di Milano si gioca a rugby. Non solo al Beccaria. Rugby Milano ha infatti avviato progetti anche nelle carceri di San Vittore e Bollate. "Abbiamo poi coinvolto i profughi che sono accolti nel centro di via Corelli - ha aggiuntol presidente- E ora due di loro sono inseriti in una delle nostre squadre".