
Una protesta dei docenti contro l'algoritmo
Milano, 22 opttobre 2023 “Prima vittoria contro l’algoritmo e siamo ancora in attesa di una decina di sentenze: le nomine dei docenti devono tornare in presenza o finiremo per intasare il tribunale".
Così Abele Parente, segretario generale Uil Scuola Rua Lombardia, annuncia la prima vertenza arrivata a giudizio che riguarda un docente "escluso dal sistema informatico per il reclutamento del personale".
Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane, ma il dispositivo è già pubblico e di fatto obbliga il ministero dell’Istruzione e del Merito (tramite l’ufficio scolastico regionale) a "conferire al ricorrente l’incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche e per cattedra completa (18 ore)" in una delle "sedi disponibili nell’ambito territoriale di Milano, nel rispetto dell’ordine di preferenze ivi indicato, in virtù del maggior punteggio dal docente posseduto". Il docente in questione, che era nelle graduatorie provinciali per i supplenti e che si era rivolto all’ufficio legale del sindacato, coordinato da Carmelo Spinella, dovrà essere anche risarcito "per tutte le retribuzioni maturate e non percepite a seguito della mancata stipulazione del contratto; risarcimento comprensivo di ratei di 13esima mensilità e Tfr". Non solo. Dovrà ottenere il punteggio pieno che gli servirà per le prossime procedure. Al ministero anche l’onere di pagare le spese legali: 3.500 euro.
"Il docente, un nostro iscritto che insegna nelle scuole secondarie, era rimasto di fatto escluso dall’assegnazione della cattedra e si era visto superare anche da chi aveva un punteggio inferiore – spiega Parente –. Aveva indicato le preferenze, ma risultava rinunciatario in automatico di tutte le altre sedi, che non gli sono mai state proposte. Come tantissimi altri colleghi, d’altronde. Di ricorsi del genere potremmo farne a centinaia.
In Lombardia non se ne fanno ancora tanti perché alla fine, in una scuola o nell’altra, si lavora, vista la quantità di posti da coprire". I problemi maggiori si concentrano ancora sul sostegno: "Mancano persone specializzate. Oltre il 50% dei 30mila posti previsti in Lombardia sono coperti da precari – fa il punto il sindacalista –. Nelle primarie sono esaurite non solo le graduatorie provinciali ma anche quelle di istituto: si sta ricorrendo anche quest’anno alle Mad, le messe a disposizione. E ci sono valanghe di ripubblicazioni per correggere gli errori: con sette procedure concorsuali in atto e un unico sistema informatico di reclutamento è stata una baraonda". C’è anche chi si è candidato su diverse classi di concorso e non ha comunicato per tempo gli incarichi ai quali rinunciava, tenendo occupato un posto che si è “liberato“ solo allo scorrimento successivo, quando un blocco di prof che ne avevano fatto richiesta era ormai stato “saltato“.
A settembre , al suono della prima campanella, non erano mancate le proteste: un gruppo di “supplenti saltati dall’algoritmo“ era salito persino sul tetto del provveditorato e aveva montato lì le tende per chiedere un elenco integrativo e che venissero assegnati i posti agli insegnanti che erano finiti nel limbo prima della chiamata successiva. "La “facoltà” dell’aspirante docente di non indicare tutte le sedi o le classi di concorso e le tipologie di posto non può essere intesa quale rinuncia a qualsivoglia incarico – ribadisce Parente –: il Tribunale ha accolto le nostre tesi difensive chiarendo che il sistema informatico, che spesso avvantaggia i docenti che hanno un punteggio inferiore, è contrario ai principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione". Una decisione che farà scuola, secondo la Uil: "L’algoritmo, come congegnato dal ministero, non funziona, non è conforme ai canoni di ragionevolezza, non rispetta i principi meritocratici. Meglio tornare alle assegnazioni in presenza".