FRANCESCA GRILLO
Cronaca

Luca Chieregato: il cantastorie delle favole al telefono

Con gli spettacoli azzerati per la pandemia, l’attore ha iniziato a dedicarsi a una nuova professione che riscuote successo

Luca Chieregato

Corsico (Milano), 16 novembre 2020 - Come si fa a percepire l’espressione di chi è dall’altra parte del telefono? Come si fa a sentire l’emozione nel silenzio? "Io – risponde Luca – sento le apnee". Lo chiamano “il cantastorie“ perché racconta favole, trasporta con le parole in mondi lontani e vicini, attraverso le storie riesce a evocare ambientazioni fantastiche, a far immedesimare nei protagonisti chi lo ascolta.

Da quando l’emergenza covid ha fatto calare il sipario nei teatri, abbassato le luci sui palcoscenici e tolto le piazze agli artisti di strada, Luca si è dovuto reinventare. Lui l’artista lo fa di professione: calca palcoscenici, attore, regista, autore. In strada mette una sedia davanti alla sua e, un po’ alla Marina Abramovic, guarda negli occhi lo sconosciuto che si siede di fronte. E comincia a raccontare. Un ambiente, quello dello spettacolo, tra i più penalizzati in questi mesi drammatici. Ma Luca non si è abbattuto e si è dedicato a una nuova professione: il cantastorie telefonico.

"L’idea è nata a marzo: come regalo di compleanno per un’amica, le ho raccontato una favola al telefono. Si è commossa, era piena di emozione, e ho pensato di poterlo fare con altri", racconta Luca Chieregato, 44 anni, di Corsico. La bellezza dell’idea sta tutta nella sua semplicità e nel talento come autore e attore di Luca.

Si può decidere di regalarsi una storia al telefono, comprare l’esperienza per sé o farne dono a qualcuno. In questo caso, il cantastorie manda un messaggio per presentarsi, per concordare il giorno e l’orario, stabilire un primo contatto con il destinatario del regalo. L’attesa di ricevere la telefonata è emozionante, carica di aspettative. «Ciao, sono Luca , ti hanno regalato una storia – recita al telefono, nominando il mittente del dono speciale –. Di che storia avresti bisogno?". Si può scegliere: un racconto di gioia, paura, coraggio, avventura, amore, per ridere o per piangere e centinaia di altre richieste. Luca mette un sottofondo musicale e si prende qualche istante per sfogliare il libro delle favole che lui stesso ha creato, con 200 storie diverse, tutte nate dalla sua penna.

"Molte con l’aiuto di Linda, mia figlia di 13 anni – sorride –, alcuni personaggi sono della sua fantasia, altri sono passaggi che mi ha suggerito. Alcune storie sono state modificate perché quando le sentiva mi diceva: “papà, questo passaggio lo leggo ma non lo vedo“. Allora capisco che devo studiarlo meglio. Una delle mie storie preferite – racconta è “Povero grigio“. Nasce da una frase di mia figlia: quando era piccola e colorava, con davanti tutti i pennarelli, ha detto: povero grigio, non lo usa mai nessuno".

Luca crea così le sue storie, con semplicità. Poi le racconta a bambini, ragazzi nelle scuole, persino adulti, nei meeting aziendali. Perché il lavoro dell’attore è anche coi manager, come consulente, coach che insegna a parlare in pubblico, un po’ come il film “Il discorso del re“. Ma nel suo dna c’è l’anima dell’artista che sa arrivare, con le parole, dritto al cuore. L’idea piace: in pochi mesi ha fatto quasi 200 telefonate. Le storie durano circa 15 minuti e rimangono dentro: fanno ridere, fanno piangere. "Alcuni li sento che sospirano, altri singhiozzano – spiega –. E poi, sento le apnee. Sa che significa? Che l’emozione è tutta lì, dall’altra parte del telefono".