Sì alla cannabis terapeutica lombarda

Il Pirellone approva all’unanimità la mozione dei radicali per coltivarla

Michele Usuelli, consigliere di +Europa

Michele Usuelli, consigliere di +Europa

Milano, 5 dicembre 2018 - Coltivare la cannabis terapeutica in Lombardia per spezzare la “dipendenza” del nostro Paese dall’estero. L’idea ieri ha convinto il Consiglio regionale ad approvare all’unanimità (76 favorevoli su 76 votanti) una mozione del radicale Michele Usuelli che impegna la Giunta a «identificare i soggetti idonei a garantire la produzione indoor» secondo i criteri stabiliti e di fatto candidarsi alla «partnership pubblico-privato» cui ha aperto a luglio il ministro della Salute Giulia Grillo, durante una visita allo Stabilimento chimico farmaceutico militare (Scfm) di Firenze che ad oggi è l’unico produttore italiano di cannabis a uso terapeutico.

Se i farmaci cannabinoidi sono importabili in Italia dal 2007, l’anno scorso la prescrizione è stata estesa alla terapia del dolore, e la produzione nazionale, avviata al Scfm nel 2015, «è insufficiente», ha ammesso il ministro, per i malati in trattamento (aumentati del 206% nel solo Piemonte tra 2016 e 2017) ai quali oggi 16 Regioni garantiscono la rimborsabilità dei farmaci da parte del Servizio sanitario nazionale. «Nei primi mesi del 2018 – denuncia la mozione di +Europa – la quasi totale assenza di produzione e importazione ha causato l’impossibilità di approvvigionamento delle farmacie galeniche per periodi prolungati, rendendo irreperibile il farmaco ai pazienti e comportando in molti casi l’interruzione del piano terapeutico». Questo nonostante il Scfm sia stato autorizzato l’anno scorso a importare materia prima, e il nostro Ministero abbia chiesto all’Olanda 700 chili d’inflorescenze nel 2018, con una spesa di 4,2 milioni di euro «ingiustificata - secondo i radicali - vista la possibilità di aumentare la produzione nazionale a costi dimezzati attraverso l’apertura di partnership pubblico-privato o pubblico-pubblico, anche per creare nuovi posti di lavoro».

Il Pirelllone ha deliberato di lavorare a un progetto pilota aprendo, come suggerito anche dalla dem Carmela Rozza, un tavolo col Ministero, le università e Palazzo Marino, che a ottobre ha approvato una mozione di Forza Italia per la coltivazione di cannabis terapeutica sul suolo comunale. Un emendamento, pure approvato, indica «come soggetto principale» il Policlinico di Milano, e il presidente leghista della Commissione Sanità Emanuele Monti, che l’ha proposto, incita all’«autosufficienza lombarda», ma sulla questione il Pirellone è compattissimo, dai 5 Stelle («Attendere sarebbe un grave danno per i lombardi e il sistema economico regionale», sostiene Luigi Piccirillo) alla Giunta, con l’assessore al Welfare di Forza Italia Giulio Gallera che assicura: «Mi attiverò al più presto». I radicali hanno ottenuto anche l’organizzazione «capillare di corsi di formazione per i medici autorizzati alla prescrizione» dei farmaci cannabinoidi. Usuelli festeggia: «Questa è una grande vittoria del Consiglio regionale che, con un dibattito laico, ha mandato un segnale forte comportandosi da terza Camera dello Stato». «Dopo anni di lotta – aggiunge la presidente dei Radicali italiani Barbara Bonvicini - siamo riusciti a rompere un tabù che riguarda il diritto alla salute e alla scelta delle cure di migliaia di malati».

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