Cannabis medica negata per un cavillo

Nuove regole per prescriverla, i farmacisti rifiutano ricette col vecchio regime. I radicali: la Regione intervenga

Una coltivazione di cannabis a uso terapeutico

Una coltivazione di cannabis a uso terapeutico

Milano, 16 gennaio 2020 - C’è un intoppo burocratico che dall’inizio dell’anno sta complicando la vita a molti pazienti in cura con la cannabis terapeutica. A denunciarlo sono i radicali, in scia alla situazione descritta da un medico di un grosso ospedale milanese con una lettera alla testata on line Quotidianosanita.it : "In questi giorni negli ambulatori di terapia del dolore e cure palliative si stanno presentando, fuori appuntamento e in urgenza, molti pazienti in possesso di piani terapeutici semestrali per la cannabis pienamente validi, emessi secondo le regole in vigore sino al 31 dicembre 2019 – scrive il dottor Marco Ceresa –. Comunicano che le “ricette rosse” (per i medicinali a carico del servizio sanitario, ndr ) emesse dai loro medici di medicina generale non vengono più ritenute valide dal farmacista", che applica rigidamente una circolare in vigore dal 1° gennaio 2020. La circolare (numero 41027 del 2019) contiene le nuove regole prescrittive regionali lombarde sulla cannabis terapeutica, che prevedono che "“in considerazione della necessità di rendere univoche le indicazioni per l’allestimento galenico dell’oleolita di cannabis, la posologia prescritta dovrà ricomprendere il dosaggio espresso in milligrammi di THC o di CBD” in uso quotidiano".

La circolare, sottolinea il dottor Ceresa, "non pare affatto che abbia reso nulli i numerosissimi piani terapeutici emessi in Lombardia dagli erogatori abilitati, ma non ha neanche specificato che tali piani conservavano la loro regolare validità sino a esaurimento del loro periodo". Così i pazienti "si vedono rifiutate" da farmacisti che applicano alla lettera la nuova normativa "regolari prescrizioni per la fornitura del preparato a uso mensile" che serve "essenzialmente per controllare dolori refrattari a tutte le altre terapie"; e "inevitabilmente si riversano sugli ambulatori di terapia del dolore fuori appuntamento", che, "già in carenza di personale medico dedicato, potrebbero non riuscire a rifare tutti i piani terapeutici".

Il medico chiede "un urgente correttivo chiarificatore", e a far propria l’istanza è il consigliere regionale di +Europa Michele Usuelli, che ha già scritto all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, suggerendo una soluzione al "gap burocratico" che sta generando "il rifiuto delle farmacie di erogare il preparato galenico in olio ai pazienti trattati con cannabis terapeutica": "Vista la valenza semestrale dei piani terapeutici che prescrivono farmaci cannabinoidi", il radicale propone di "concedere una deroga per le ricette collegate a piani terapeutici stilati da luglio 2019 a dicembre 2019, per evitare che la nuova previsione impedisca ai cittadini il diritto alla cura e congestioni inutilmente le strutture" sanitarie.

E anche per "non inficiare i benefici che l’atto entrato in vigore produrrà", perché, sottolinea Usuelli, "le nuove regole apportano novità importanti", come un elenco delle farmacie che preparano i medicinali a base di cannabis sui siti delle Ats; o "la segnalazione delle strutture che effettuano preparazioni in olio, meno numerose per la loro complessità – aggiunge Barbara Bonvicini, della direzione nazionale dei Radicali italiani –. Auspichiamo che la deroga sia emanata in un paio di giorni". "Negli atti di fine anno, la Regione ha commesso, non con dolo ma con colpa, errori che quantomeno hanno rovinato le feste a disabili e malati", commenta Usuelli, riferendosi alle riduzioni degli assegni di sostegno per i disabili gravi “corrette” con una mozione passata a voto segreto in Consiglio regionale. Qui l’assessore è un altro e "confidiamo che ammetta l’errore di dettaglio, non riteniamo ci fosse un intento boicottante: le nuove regole prescrittive sono migliorative e più evolute per farmacisti e pazienti che si curano con la cannabis". 

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