Revisione urgente della legge su animali di affezione e prevenzione del randagismo, "che ha trent‘anni di vita: fu rivoluzionaria ma è ormai inadeguata", patentino e certificazioni per le cosiddette razze a rischio, corretta gestione degli animali nei contesti urbani. Al convegno a tema tenutosi nei giorni scorsi a Roma e promosso da Anci nazionale e Ministero della Salute anche la voce della Lombardia e della Martesana: quella di Elisa Cezza, rappresentante nella consulta regionale per il benessere animale di Anci Lombardia, protagonista, quale esponente della Lega del cane e referente del canile rifugio di Segrate, di una dura battaglia "per il cambiamento delle regole: in primis nel rispetto degli animali vittime numero uno di un vuoto normativo". Al convegno romano, organizzato nell‘ambito della campagna nazionale “Inseparabili”, realizzata dall‘associazione in collaborazione con il Ministero della Salute, un parterre di prim‘ordine: fra i presenti i dirigenti del Ministero Sergio Iavicoli, Ugo Santucci e Alessandro Ripani, Laura Contalbrigo del Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali (Iaa) e, ad animare confronto e tavola rotonda, amministratori, attivisti e consiglieri in arrivo da tutta la penisola. "Da tempo – spiega Elisa Cezza – Anci Lombardia si sta facendo portavoce delle proteste dei Comuni, che non hanno strumenti per affrontare i problemi legati alla scorretta gestione di alcuni tipi di cane da parte di tanti proprietari". Questione dirompente, lo dicono i numeri.
"Negli ultimi anni si è rilevato un considerevole incremento di ingressi nei canili sanitari, nei canili rifugio, nelle strutture zoofile e amatoriali di cani terrier tipo bull e molossoidi, quali Pitbull, American Staffordshire, Bull Terrier, Corso, Dogo argentino e affini. Questi ingressi sono dovuti ad accalappiamento e a cessioni da parte di proprietari incapaci di gestire l‘animale. Viene segnalato inoltre un crescente utilizzo di questo tipo di cani da parte di spacciatori o persone comunque dedite a delinquere". Per i rifugi un problema sempre più serio: "Constatiamo una progressiva saturazione degli spazi ricovero, impegnati da animali problematici con scarso indice di adottabilità e difficilmente recuperabili. E il maggiore impegno richiesto nell’accudimento di questi cani riduce il tempo a disposizione per seguire gli altri ‘ospiti‘. Servono un cambio di passo e un intervento deciso del legislatore".