Campo base di Expo 2015 Condannato ex dirigente

Respinto dalla Cassazione il ricorso di Dario Comini: pena di 4 anni e 6 mesi. Le due tangenti da 4mila euro e il materiale edile trasportato con l’elicottero

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di Nicola Palma

Due tangenti da 4mila euro e il trasporto di materiale edile in elicottero nella baita del fratello, pagato 1.500 euro invece di 10mila. È il prezzo che l’impresa "Ing. Leopoldo Castelli spa" ha pagato a Dario Comini per ottenere alcune varianti sul progetto iniziale del Campo base di Expo 2015 e una proroga di 255 giorni per il completamento dell’opera a fronte di un limite massimo di 49. A 7 anni dall’edizione milanese dell’Esposizione universale, è diventata definitiva la condanna per corruzione dell’ex dirigente di Mm, all’epoca direttore dei lavori del "villaggio" da 567 alloggi costruito per ospitare gli operai della kermesse. La difesa del cinquantanovenne lecchese ha provato a ribaltare la sentenza d’Appello del 2021 (che ha confermato il verdetto di primo grado del 2018 a 4 anni e 6 mesi), cercando di valorizzare alcune presunte incongruenze nelle annotazioni scovate dagli investigatori nella "contabilità occulta" della ragioniera dell’impresa e nell’agenda del geometra Patrizio Zoaldi, collaboratore dell’imprenditore Giovanni Maria Castelli di Sanazzaro (a loro volta imputati nello stesso processo). E ancora: i legali di Comini ha pure messo in dubbio la vicenda dell’elicottero, sostenendo che la ricostruzione generata dalle prove a carico stridesse con "considerazioni di carattere tecnico" sulle caratteristiche del velivolo, sull’entità del materiale occorente per i lavori alla baita e sull’incompatibilità dei tempi accreditati dall’accusa con le ore di luce disponibili nel giorno in cui sarebbe avvenuto il trasporto. Di più: gli avvocati hanno contestato l’assunto secondo il quale la sottoscrizione dell’atto di sottomissione per i lavori in variante vada considerata come atto contrario ai doveri d’ufficio di Comini, visto che l’impiego di "materiale diverso e più costoso" sarebbe stato disposto, nell’interpretazione della difesa, dall’Osservatorio Ambientale e non dall’ex manager.

Tesi respinte al mittente dalla Suprema Corte. Quanto agli appunti, hanno argomentato i giudici, è vero che non possono "ritenersi intrinsecamente univoci", ma è altrettanto vero che "presentano indiscutibilmente una forte carica suggestiva": i contenuti "si incastrano senza forzature" con gli eventi; così come i dati dei tabulati telefonici "non risultano incompatibili con la possibilità di un incontro tra Zoaldi e Comini per il versamento della “tangente”". E il materiale "più costoso" per il massetto del fondo stradale? Pur avendo un’indicazione dall’Osservatorio sull’uso di un dato materiale per il massetto del fondo stradale, Comini si è accordato con l’azienda per uno "diverso e meno costoso".

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