BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Cambiago, Claudia Mantegazza: "Inferno in stalla, foraggio agli sgoccioli"

Nell'azienda le scorte stanno finendo: la natura ci sta presentando il conto, rischio di dover vendere le mucche

Cambiago (Milano) - "Le mie mucche? Sono come figlie. E adesso non ho quasi più foraggio per nutrirle: rischio di doverle vendere. Tutta colpa del cambiamento climatico, dell’afa e della siccità: un mix micidiale". Claudia Mantegazza, 44 anni, è erede della stalla di famiglia fondata dal bisnonno di suo padre a Cambiago più di un secolo fa, un’attività storica, nodo sul territorio della filiera agroalimentare che potrebbe essere spazzata via dalla febbre del pianeta.

"Non avrei mai immaginato che succedesse - racconta l’allevatrice –, nel 2003 avevamo avuto problemi con il caldo torrido, ma nulla di paragonabile a oggi". Che le cose stessero cambiando in cascina si era capito appena la produzione di latte era scesa ben oltre il livello fisiologico tipico in estate. "Siamo passati da 8 quintali al giorno, a 6,5", oro bianco di alta qualità per i 60 bovini curati con amore. Per garantire il benessere agli animali "abbiamo ventilatori che attenuano gli effetti della canicola: ma quest’anno non bastano". Il foraggio coltivato nei 90 ettari di proprietà è stato tagliato una sola volta, "è il mangime con il quale superiamo l’inverno. In genere arriviamo anche a quattro raccolti perché l’acquisto per noi è proibitivo; ora i prezzi sono triplicati". Stessa sorte per il mais "alto un metro e mezzo ma senza una pannocchia. La natura ci presenta il conto".

I bilanci non quadrano, "anche i mangimi con i quali completiamo la razione costano ormai cifre folli, senza aiuti saremo costretti alla soluzione drastica". Parola che Claudia pronuncia con la voce che trema: "Questa attività è tutto per me: ho sempre saputo che era la mia strada. E’ il lavoro che mio papà, Cesare, mi ha insegnato e che portiamo avanti insieme: vorrei continuare anche in futuro. Se questo clima dovesse diventare la norma invece saremmo costretti a chiudere: qui non ci sono canali, per l’acqua dipendiamo dal cielo. E se non piove sarà la fine". Otto anni fa i Mantegazza hanno aperto uno spaccio dove vendono i formaggi che producono in laboratorio. Delizie per il palato a Km zero, ci sono caciotte ai pistacchi, allo zafferano, alle noci. Qui, vengono anche i bambini a vedere come si fa, "dall’asilo alle medie, impastano e imparano la sostenibilità sul campo. Se sparisse tutto sarebbe una perdita sia economica che culturale". Fra gli scaffali c’erano anche frutta e verdure "ma non in questa stagione: è bruciato tutto".

 

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