Caccia ai prestanome di auto: straniero se ne era intestate 14

Ex titolare di un’impresa convertiva i veicoli aziendali per passarli poi a terzi dietro compenso

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di Monica Autunno

Un controllo su strada, qualche discordanza nei documenti, indagini ulteriori ed ecco nella rete della polizia locale Centro Martesana (che copre i Comuni di Cassina, Bussero e Pessano con Bornago) l’ennesimo "prestanome": straniero, ex titolare di un’impresa di pulizie, aveva intestate a suo nome ben 14 autovetture, tutte ex aziendali e tutte, si presuppone, già cedute a terzi. Indagine ancora in corso: prosegue in collaborazione, ciascuno per la propria competenza, con la polizia stradale di Chiari nel Bresciano, con i carabinieri e con la guardia di finanza. L’ipotesi di reato, truffa ai danni dello Stato.

Per la polizia locale di Cassina de Pecchi, guidata dal comandante Alessio Bosco, la quarta operazione "titolari d’auto prestanome" in meno di tre anni. Nel 2020 il colpo dai grandi numeri: ben 196 autovetture cancellate dal pubblico registro, tutte intestate ad un solo prestanome. Altre 151 "beccate" nel 2021 in due distinte operazioni, e di queste 77 intestate a una sola persona. Altre operazioni di minore calibro numerico qua e là. Fra le attività di routine di un corpo di polizia locale che fa i conti con un organico ristretto. "Abbiamo acquisito il cosiddetto sesto senso - dice il comandante Bosco. Ma aggiunge - . Ma servono energie, tempo e impegno". L’ultima operazione, dunque, nei giorni scorsi. Ancora una volta tutto è partito da un controllo su strada (nel 2021 ne sono stati macinati dagli agenti oltre 32 mila), in questo caso sulla provinciale Cerca e dall’ispezione sui documenti di un veicolo in transito. Nell’esame di libretto e documentazione e nell’atteggiamento del conducente qualche elemento che non tornava, le indagini hanno consentito di appurare che il proprietario dell’auto fermata ne aveva intestate altre 13. Ex titolare di una impresa di pulizie poi fallita, aveva convertito a suo nome parte dei veicoli aziendali, per passarli poi, dietro compenso, a soggetti terzi. "Il reato in oggetto - spiega il comandante Alessio Bosco - va bene inquadrato nella sua rilevanza. Questi autoveicoli diventano di fatto “fantasmi”. Vengono spesso ceduti a soggetti senza patente, magari perchè raggiunti da provvedimenti di ritiro. Possono essere utilizzati a scopi illeciti. E viaggiano per le strade della penisola senza assicurazione". Fatte le denunce del caso al prestanome, è tutt’altro che finita. Bisogna "radiare" le auto. "Occorre quindi rintracciarle, procedere con la motorizzazione, divulgare gli alert del caso alle forze di polizia. Nell’operazione del 2020, da che mi risulta una delle più importanti compiute nel nord Italia negli ultimi anni, operammo da soli, il soggetto era di zona. Il più delle volte il lavoro è in team. Ma è lungo e complicato". I numeri delle operazioni "prestanome" erano stati ricordati anche un mese fa, durante la consueta illustrazione dell’attività dell’anno precedente. "In quel caso, come oggi, voglio sottolineare il grande impegno degli agenti".

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