Caccia agli spazi: in arrivo cento aule in più

Un prefabbricato per dodici classi in cantiere al Vespucci. Il rebus Tito Livio: "O danno il via libera alle rotazione o il 100% è un miraggio"

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di Simona Ballatore

Cinquantacinque aule in più per le superiori di Milano città, 42 nelle scuole dell’hinterland. È (ancora) caccia agli spazi per riuscire a garantire il ritorno al 100% degli studenti. "La Città metropolitana di Milano si è attivata per mettere a disposizione delle scuole secondarie di secondo grado un maggior numero di aule di adeguate dimensioni – fanno sapere dall’ente –, sono stati realizzati o sono in fase di realizzazione lavori edili, interventi di sgombero e lavori di ampliamento delle aule per garantire il distanziamento". Spazi che si aggiungono agli 85 che erano stati recuperati lo scorso anno per la didattica. L’intervento più complesso all’alberghiero Vespucci dove sono due i cantieri aperti in via Valvassori Peroni. Il primo per la costruzione di un prefabbricato che permetterà alle classi che in questi anni sono state ospitate nei locali del Comune di Milano di viale Rimembranze - a Lambrate - di traslocare entro l’anno scolastico. Il costo complessivo dell’intervento ammonta a circa due milioni e mezzo di euro e della manutenzione si occuperà il costruttore.

Al civico accanto stanno invece abbattendo due edifici in degrado per costruire una nuova ala della scuola, ma qui i tempi si fanno più lunghi e si è in attesa di fondi governativi. Nel frattempo però il progetto c’è, è già stato presentato, e ci si porta avanti. Se nei mesi scorsi si era ipotizzata un’aula mobile nel cortile del coreutico Tito Livio, è stata trovata un’altra soluzione: la scuola media Beltrami ha dato in “prestito“ per quest’anno un’aula limitrofa al liceo. "Ci darà più spazio di manovra – spiega il preside Giorgio Galanti – ma se non ci verrà concesso di ruotare tra le aule non saremo mai al 100%, prevediamo comunque una ripartenza al 75-80%". Perché le aule sono 35 e le classi 41. Un’ipotesi che sarà discussa anche durante l’incontro sulla ripartenza in programma giovedì con il provveditorato. Ieri mattina i dirigenti scolastici hanno raccolto i dubbi e le criticità da risolvere entro la prima campanella, il 13 settembre. Se nelle linee guida ministeriali c’è una deroga alle famose “rime buccali“ qualora non fosse fosse possibile garantire il metro di distanza per dare priorità al ritorno degli alunni in presenza e archiviare la didattica a distanza (la mascherina al momento va mantenuta in ogni caso), il tema al Tito Livio è diverso. "Posso far muovere i ragazzi da un’aula all’altra trovando un sistema per sanificare lo spazio prima del cambio?", si interroga Galanti. Servono linee guida ad hoc.

In altri istituti - con accordi anche tra scuole, comuni e associazioni - sono state studiate da Città Metropolitana altre soluzioni. Come all’Albe Steiner dove sono stati recuperati tre laboratori in disuso e aggiunti tre spazi che ospitavano il Cidi, Centro di iniziativa democratica degli insegnanti: contratto scaduto, i locali di Città Metropolitana vanno ai ragazzi. Lo scientifico Cremona ha trovato invece un alleato nell’Accademia di Brera, che ha dato in prestito cinque aule. All’artistico Boccioni sono stati abbattuti tavolati e recuperati seminterrati e spazio bar per aprire due aule e un laboratorio in più. Il Donatelli Pascal avrà quattro aule nell’ex Cpia, centro provinciale istruzione adulti. Dai laboratori in disuso al Galilei sono stati ricavati un laboratorio e sette aule. Si conquistano spazi di manovra dal Cattaneo al Torricelli, dal Vittorio Veneto al Maxwell. Giù alcune pareti al Moreschi e al Cardano per ampliare due aule.

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