
Emergenza bullismo
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Milano - "Prima gli insulti. Poi gli accerchiamenti. Infine la richiesta di soldi e le botte. Non potevamo più tollerare una situazione del genere: nostro figlio ora ha cambiato scuola. Per colpa dei bulli". A raccontare la storia al Giorno sono mamma e papà di un ragazzino di 11 anni, alunno di prima media che da un istituto pubblico alla periferia sud est della città si è trasferito in una scuola privata. I genitori spiegano che il figlio ha vissuto mesi da incubo soffrendo per essere stato oggetto di scherno. "Alcuni compagni lo prendevano in giro da ottobre perché dislessico. Ma anche per il suo aspetto fisico. A dicembre abbiamo incontrato la preside facendo presente la situazione". E "il Consiglio di classe si è subito attivato – sottolinea la dirigente scolastica –. In aula è partito il “progetto RiMe – Riparazione Mediazione“ risultato di una co-progettazione del Comune di Milano e varie realtà, con percorsi di mediazione del conflitto e accompagnamento educativo. Finora ci sono stati tre incontri". Sembrava che la situazione fosse migliorata.
"Ma giovedì 3 febbraio – continua la mamma – mio figlio mi ha chiamato in lacrime da scuola dicendomi di andarlo a prendere perché dei ragazzi di una classe vicina l’avevano accerchiato e minacciato". Il giorno dopo, "quando l’ho accompagnato a scuola, mentre ero ancora in auto davanti all’istituto ho sentito un gruppetto che gli intimava di fermarsi. Lui, tappandosi le orecchie, è salito in classe. Allora sono intervenuta, segnalando la situazione alle forze dell’ordine che sono poi arrivate a scuola per raccogliere informazioni. Noi – aggiunge la mamma – ci siamo riservati di sporgere denuncia", che al momento non è stata formalizzata. Venerdì scorso "abbiamo capito che la situazione era ormai insostenibile. Mio figlio mi ha svegliato alle 4 di notte confidandomi che da settimane i compagni bulli gli chiedevano soldi “per essere loro amico“. Lui aveva ceduto, dando loro delle banconote che gli erano state regalate dai nonni per Natale. Ma la mattina precedente, siccome non aveva nulla, lo avevano picchiato con un righello. A quel punto io e mio marito abbiamo subito avviato le pratiche per cambiare scuola. Andrà in un istituto privato. Ci costerà sacrifici perché non navighiamo nell’oro ma non vediamo altra soluzione".
La dirigente risponde: "Ho convocato tutti i ragazzi coinvolti, con i genitori, e ho attivato sempre tramite il progetto RiMe una sanzione formativa, in una logica di mediazione del conflitto. Evidentemente si è incrinato il patto di fiducia tra la scuola e la famiglia, che ha deciso di trasferire il figlio. Nei ragazzi di questa fascia di età, che già vivono un momento delicato per il passaggio dalle elementari alle medie, notiamo maggiore irrequietezza dopo aver passato due anni di scuola intermittente per via della pandemia". I genitori hanno anche scritto al Comune di Milano, che ha risposto alla famiglia "manifestando vicinanza" e sottolineando che "i nostri uffici si sono immediatamente mobilitati per comprendere quanto è accaduto. Abbiamo avuto contatti con la direzione scolastica che ci ha rassicurato del presidio della situazione". Nella nota si parla anche di "iniziative immediate di scuola e forze dell’ordine. Come Comune abbiamo inoltre preallertato il Comando della polizia locale. Stiamo valutando eventuali altre iniziative, in accordo con la direzione scolastica, che possano interessare genitori e ragazzi per sensibilizzarli alla delicata tematica del bullismo".