ANDREA SPINELLI
Cronaca

Bugo in scena all’Arci Bellezza: "Compromessi... con mia moglie. Se c’è la Juve in televisione"

Bugo, al secolo Cristian Bugatti, riannoda i fili dei suoi trent’anni di carriera con nuovi sound. Partendo da “Un bambino” sino al recentissimo “Rock and roll” e i singoli mandati in radio.

Bugo in scena all’Arci Bellezza: "Compromessi... con mia moglie. Se c’è la Juve in televisione"

Bugo in scena all’Arci Bellezza: "Compromessi... con mia moglie. Se c’è la Juve in televisione"

Dove eravamo rimasti? Dopo pandemie e cambi di casa, Bugo va in scena stasera all’Arci Bellezza con l’intenzione riannodare i fili dei suoi trent’anni (abbondanti) di carriera partendo da “Un bambino” e il recentissimo “Rock and roll”, i singoli mandati in radio negli ultimi mesi per voltare pagina con un nuovo spirito e un nuovo sound. Album pronto, in attesa di essere pubblicato. Nato a Rho, cresciuto a Cerano nel novarese, l’uomo di “E invece sì”, al secolo Cristian Bugatti, 50 anni, giurava nel romanzo autobiografico “la festa del nulla” di aver camminato “come un pellegrino” e di essersi “ubriacato come un pirata”, cantando “come il più pazzo dei rocker vagabondi” dopo aver pubblicato album come “Dal lofai al cisei” o “Nuovi rimedi per la miopia” che hanno definito la sua caratura d’autore. Tra il 2009 e il 2014 ha rallentato la carriera live per seguire la moglie-diplomatica Elisabetta Holsztejn Tarczewski (sposata nel 2011 a Nuova Delhi, quando era primo segretario d’ambasciata in India) e poi andarsene a vivere a Madrid, a Roma e ora a Bruxelles, non senza incassare i complimenti del quotidiano britannico “The Guardian” che una decina di anni fa l’ha inserito tra gli artisti più significativi esponenti del panorama musicale italiano assieme a Vasco Rossi, Jovanotti e Tiziano Ferro.

Bugo, che significa essere “Rock and Roll”?

"Essere forti, coerenti, ma soprattutto non perdere lucidità. Rimanere coerenti con sé stessi e allergici ai compromessi. Anche se qualcuno bisogna pur accettarlo per forza; sul lavoro, con gli amici, in famiglia con mia moglie quando alla tv ci sono le partite della Juve…".

Come si trova nella placida Bruxelles?

"Placida? Quattro anni di India e mai niente di grave, in Spagna pure, qua, appena tre settimane fa, attentato della Jihād. Anche se io vivo tra le quattro mura domestiche e quel che accade fuori non mi condiziona più di tanto. Con mia moglie cerchiamo di tenere le nostre vite professionali fuori dalla porta di casa per evitare che finiscano col condizionare quella familiare, anche se spesso i miei problemi di lavoro fanno ridere rispetto ai suoi".

Ma trovarsi a contatto con genti e culture diverse non è di stimolo?

"Non sono Jovanotti. Anche se a me i suoi dischi piacciono molto, non sono il tipo di artista incline a mischiare la sua musica con quella del luogo in cui si trova. Quando stavo a New Delhi, ad esempio, non è che ho fatto un disco coi sitar alla Beatles (e parlo di uno dei miei gruppi preferiti). Viaggiare mi rende curioso, attivo, ma quando imbraccio la chitarra le canzoni vengono fuori allo stesso modo a Roma come a Bangkok".

Cosa rimane nel Bugo odierno del “fantautore” degli esordi?

"Poco o niente. Parliamo infatti del Cristian ventenne solo lontano parente di quello di oggi. L’unica caratteristica rimasta intatta è forse il rispetto per gli altri".

Accendendo la radio, su che frequenze si sintonizza?

"Mi piace Gianmaria, tanto come persona che come carattere. È figo e canta bene. Ma, per fare un nome sulla cresta dell’onda, mi piacciono pure i Måneskin. Hanno riportato la chitarra rock ai più giovani e questo è un gran merito".