Milano, le buche in via Bramante sono virali: spuntano ovunque voragini

Dopo il video dell’attore Giovanni Storti, il nostro viaggio fra le strade milanesi. Dove le crepe sono la norma

Buche in via Bramante a Milano

Buche in via Bramante a Milano

La video-denuncia di Giovanni Storti sulle buche di via Bramante un risultato l’ha già prodotto: le voragini tratteggiate di rosso sono magicamente sparite il giorno dopo per l’intervento dell’amministrazione che, pungolata via Instagram dall’artista comico del celebre trio di Aldo, Giovanni e Giacomo, ha proceduto ad un rapido “rattoppo“ in Chinatown. Ma l’asfalto continua a "sanguinare" altrove. Nella lista nera delle strade colabrodo ci sono via Fabio Filzi, due piazze arcinote come Missori e poi Repubblica, via Farini. Qui buche e dislivelli sono una croce che accomuna utenti della strada che spesso non si sopportano: tassisti e ciclisti, conducenti di auto e monopattini. Via Fabio Filzi, direzione via Tonale, è considerata una delle strade più pericolose nelle chat dei tassisti. "Il problema dura da tempo, abbiamo più volte segnalato, persino alle Iene.

Rotaie come lame: forano pneumatici

Due anni fa hanno rifatto i binari e sistemato l’asfalto ma dopo sei mesi, complici le sollecitazioni del traffico di auto, dei tram e la pioggia sono tornate le buche. E a causa degli avvallamenti le rotaie diventano come delle “lame“ tagliando le gomme. Ma c’è di più: un’isola spartitraffico malamente segnata. Il cartello, più volte abbattuto, è stato assurdamente posto in posizione arretrata. La conseguenza è che le macchine salgono sopra allo spartitraffico, rompendo pompa dell’olio e semi-asse. L’ultima volta è successo due giorni fa" spiega Mariangela Parolini della storica cartoleria della via aperta dal 1949 e anche residente in zona.

Asfalto crivellato all'incrocio

A suffragare quanto riferisce i rottami di auto e l’olio riversato che ritroviamo a terra nei pressi dell’"isola che non si vede". Secondo il barista del Lambretta Café si verificano almeno due forature di pneumatici al giorno. Non troppo distante, in piazza della Repubblica, il pericolo è doppio: per chi guida c’è l’asfalto crivellato all’incrocio principale dove ci sono le intersezioni coi binari dei tram. Ma anche chi passeggia deve stare attento a dove mette i piedi. Nel marciapiede all’angolo con via Parini c’è un profondo avvallamento segnalato visivamente a terra ma non transennato.

Rattoppi di breve durata

Il risultato lo racconta l’edicolante di zona: "È una vera e propria trappola per gli anziani. L’ultimo incidente risale sabato scorso quando una sessantenne è finita in ospedale dopo essersi spiccicata al suolo. Ha il malleolo e tre costole rotte, mi risulta che sia ancora ricoverata". Asfalto spaccato anche in via Farini. In particolare all’altezza di via Alserio, lungo le strisce pedonali, una buca a ridosso dei binari è costata cara a un cliente del bar Castello Fra e Fra: "È successo a luglio dell’anno scorso, il mio cliente è rimasto incastrato col monopattino, è caduto precipitando a terra col viso. Ha ancora le cicatrici sul volto e ha fatto causa al Comune per ottenere un risarcimento. Dopo quell’incidente gli operai della squadra intervento hanno subito rattoppato i crateri ma alla prima pioggia l’asfalto è tornato a sfaldarsi ed è ricomparsa la voragine", afferma Francesco Riefoli, socio del Bar Castello Fra e Fra. S’aggiunge il capitolo “infinito“ del pavé.

In moto o monopattino si rischia la vita

In piazza Missori un lastrone sollevato a uno sputo dalle rotaie è un "killer di ruote dei taxi. Negli ultimi tempi ho assistito ad almeno dieci episodi" racconta l’edicolante della zona. "Conosco un sacco di colleghi che hanno spaccato la pompa dell’olio o distrutto le ruote facendo servizio in città. Io ho appena dovuto sostituire gli ammortizzatori alla mia Toyota spendendo 500 euro. Il dissesto del manto stradale però è un problema per tutti gli utenti della strada perché aumenta anche la probabilità di incidenti. Chi guida una moto o un monopattino rischia la vita. Serve una manutenzione a regola d’arte" l’appello di Nicola Pietromartire, tassista dello 024040.

 

 

 

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